Fano
a cura di Guido Ugolini
Nel 1540 Bindo Altoviti, console di Firenze a Roma, chiese al Vasari, per la cappella di famiglia, intitolata alla Concezione, nella chiesa dei SS. Apostoli a Firenze, di dipingere una tavola, oggi agli Uffizi, con “una storia che dimostrasse la Concezione di Nostra Donna, secondo che era il titolo della cappella; la qual cosa perché a me era assai malagevole – scrive il Vasari nella sua Autobiografia –, avutone messer Bindo ed io il parere di molti comuni amici, uomini litterati, la feci finalmente in questa maniera. Figurato l’albero del peccato originale nel mezzo della tavola, alle radici di esso, come primi trasgressori del comandamento di Dio, feci ignudi e legati Adamo et Eva; e dopo, agli altri rami feci legati di mano in mano Abram, Isac, Iacob, Moisè, Aron, Iosuè, Davit e gli altri re successivamente, secondo i tempi: tutti, dico, legati per ambedue le braccia, eccetto Samuel e San Giovanni Battista, i quali sono legati per un solo braccio, per essere stati santificati nel ventre. Al tronco dell’albero avvolto con la coda l’antico serpente; il quale, avendo dal mezzo in su forma umana, ha le mani legate di dietro; sopra il capo gli ha un piede, calcandogli le corna, la gloriosa Vergine, che l’altro tiene sopra una luna, essendo vestita di sole e coronata di dodici stelle. La qual Vergine, dico, è sostenuta in aria dentro uno splendore da molti Angeletti… in cielo poi… sono due putti che tengono in mano alcune carti, nelle quali sono scritte queste parole: Quos Evae damnavit, Mariae gratia solvit” (quelli che per colpa di Eva furon dannati, per merito di Maria son salvati).
Il Vasari affronta il tema con molto scrupolo e, consultatosi, come scrive, con uomini litterati, si addentra nelle profondità delle sacre scritture. È appena il caso di precisare che il concetto di Immacolata Concezione non si riferisce, come si potrebbe pensare, al concepimento di Gesù nel seno della Vergine, tema questo appartenente all’Annunciazione, ma al concepimento di Maria stessa nel seno della madre Anna (Concezione di Nostra Donna).
Queste verità sarebbero diventate dogma di fede con papa Pio IX nel 1854, ma la Chiesa, pur tra diatribe di teologi, si può dire abbia sempre venerato la Vergine con questo titolo, da molti secoli prima che Duns Scoto, il teologo francescano detto Dottor sottile, con geniale lucidità, intuisse che Maria era stata concepita senza peccato non perché ritenuta creatura non bisognosa di redenzione, ma perché preventivamente redenta in mente Dei, prima e fuori dal tempo, in virtù dei meriti del suo divin Figlio e in previsione del compito a Lei assegnato fin dall’eternità.
L’iconografia vasariana ebbe molta fortuna e fu replicata tante volte nel tempo, con varianti più o meno evidenti. Lo stesso Vasari tornò sul tema altre cinque volte.