UN CORTOMETRAGGIO REALIZZATO DALLA SEZIONE FEMMINILE FINANZIATO DALLA
REGIONE MARCHE IN COLLABORAZIONE CON L’ACCADEMIA DI MACERATA E DI URBINO
L’autunno che indugia alle porte, complice i cambiamenti climatici, ha rallegrato le giornate di noi detenuti e detenute con due eventi particolarmente significativi: il corso di Cortometraggio, finanziato dalla Regione Marche e la giornata “Festinsieme” promossa dal movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo con la partecipazione dell’associazione “Prison Felloship-Italia”, e di cui parleremo nelle prossime pagine. Sono stati due eventi diversi, ma complementari poiché mostrano come il polo rieducativo e la direzione della casa circondariale di Villa Fastiggi, abbiano profondo interesse nel mantenere un clima sereno tra noi detenuti, alleviando con i pochi mezzi a disposizione, il dolore costante dei carcerati.
Il corso di cortometraggio è durato 4 giorni, guidato dal prof. Marino Neri e dalla prof. Beatrice Pucci, rispettivamente docenti all’Accademia di Belle Arti di Macerata e di Urbino. Noi detenute del femminile, abbiamo messo alla prova sia le nostre capacità creative, che la nostra abilità nel lavorare serenamente in gruppo. L’obiettivo era realizzare una favola-animata sulla difesa dell’ambiente. Le idee erano diverse ma le abbiamo unite tutte in un’unica traccia: la difesa degli ambienti marini. La favola è introdotta dal grido straziante di una Sirena, accasciata su uno scoglio pieno di bottiglie di plastica: “Aiuto, il mio mare muore”, cui segue l’inciso “Ma l’amore lo salverà”, che anticipa il finale a lieto fine. A beneficio dei lettori anticipiamo qualcosa della trama segnalando che il corto sarà presto disponibile on line.
La vicenda narra di una bottiglia di plastica che cade in mare e che ingloba una lisca di pesce. Entra così in scena la nostra protagonista: una pesciolina solitaria, emarginata, che nuota controcorrente, che cerca la sua anima gemella, ma non riesce a trovarla per la sua diversità. Si imbatte nel pesce-cadavere. Crede che sia un pesce vivo, un mutante oppure una nuova specie e così lui diventa il suo fidanzato. Lei lo porta con sé e felice fanno coppia fissa, finché il “Polipo Pulitore” le sfila la bottiglia e la lisca di pesce precipita dentro una capasanta. La pesciolina piange: disastro, è di nuovo sola! Ma ecco che come per magia, una lacrima d’amore perduto scorre sulla capasanta–sarcofago che custodisce il pesce cadavere. Miracolo! “Amor vincit omnia”. Dalla capasanta esce il pesce resuscitato, in pinne e squame luccicanti, bacia la pesciolina piangente e… vissero tutti felici e contenti.
Siamo tutte felicissime! L’entusiasmo è contagioso. Che ne dite: creiamo una start-up? Oppure facciamo crowdfunding così avremo soldi, un giorno, per creare storie animate per bambini? Ho deciso: mi iscriverò all’accademia di Macerata, mettiamo on line il video e con i fondi dei likes finanziamo la sostituzione della caldaia del carcere che d’inverno fa i capricci! In conclusione posso affermare che la creatività ripristina la causatività, alleviando la triste consapevolezza che per molte, finita la pena, un vero reinserimento sociale, resta ancora un miraggio.
MARTA