Una leggenda africana racconta che ogni compleanno trascorso fuori dal proprio paese non vale come anno in più. Io abito a 15 minuti dal carcere di Pesaro ma penso che questo posto sia comunque “fuori dal mio paese”. In realtà ho festeggiato solo un compleanno, quello dei diciotto. Poi a 40 anelavo i 50 progettando di arrivarci come donna felice. E non lo sono ovviamente.
Pagare a 50 anni il conto di errori passati ma mai dimenticati e festeggiare il compleanno in carcere è strano. Ad aggiungere buonumore c’è stato il fatto che per quel giorno era previsto un evento conviviale che poteva essere – quanto meno per noi detenute – un’occasione per festeggiare anche me. Evento annullato che ha “costretto” amichevolmente le mie compagne di percorso a organizzarsi per farmi una “festa a sorpresa”.
Risultato: un suicidio gastronomico di dolci e zucchero perché 50 anni si sa, hanno bisogno di dolcezza. Io che non so nemmeno imburrare una teglia non so come abbiano fatto a spadellare (il forno non ce l’abbiamo) torte di mele, torte al cioccolato, crepes alla nutella, frittelle e anche un gelato in pochissime ore.
Alle 7,30 del mattino circa, una delle mie concelline si è arrampicata sul letto e mentre ancora dormivo mi ha cantato la sua personale versione di “Tanti Auguri a te”. Alle 9,30 già la giornata era rovinata da una “battuta” infelice di quelle che a una come me restano infilzate. Alle 10 piangevo. Buon compleanno a me.
E così sono rimasta incupita e imbrunita tutta la giornata ma addolcita da tanto affetto e contenta di tutto quello zucchero che era l’unica cosa che mi ci voleva insieme a un abbraccio e un bacio che tanto avrei voluto quel giorno.
È arrivato anche qualche regalino, la crema per i capelli, gli ombretti e una maglietta che ha un’anima tenera e un biglietto speciale. È arrivata anche una lettera speciale, chiusa in una busta rossa, rossa come l’amore che contiene.
Mi rendo conto di raccontare questo importante compleanno con tanta amarezza ma è così.
E allora mi faccio un augurio: che questa giornata possa servirmi a ricordare che gli errori si pagano, che io possa ancora creare valore perché poi quello ti ritorna indietro sotto forma di torta di mele, che io possa imparare a farmi scivolare addosso certe cose, che io resti per sempre una donna educata e rispettosa, che io diventi più bella, più forte, più saggia. Che io possa innamorarmi di me per poter innamorarmi meglio, che io ricordi per sempre il viso inzuccherato e sporco di cioccolato delle mie compagne, che io possa imparare a litigare meglio e nei prossimi giorni che io possa fare pace con una persona che ha “la maglietta azzurra” ma mi manca tanto. Buon Compleanno Tiz!
TIZIANA F.