Dopo aver scoccato la prima freccia, quasi per caso, non ha più smesso. Il suo è stato davvero un amore a prima vista…per lo sport. Stiamo parlando di Francesca Cozzolino, fanese classe 1983, campionessa regionale nell’”indoor” e nel “campagna” sia di “classe” che “assoluta”, nonché medaglia d’oro nella divisione “arco nudo femminile” nella Coppa Italia delle Regioni. Per conoscere meglio questo sport, l’abbiamo intervistata.
Francesca, come è nata la tua passione per questa disciplina sportiva?
E’ nata un po’ per caso, non sapevo neanche che in zona venisse praticato a livello sportivo. Poi, cinque anni fa, sono capitata a una giornata di prove libere organizzata dalla mia società, l’ASSTA (Associazione Sportiva Dilettantistica Senigalliese Tiro con l’Arco) Senigallia, e, nonostante fossi lì solo per accompagnare, sono stata incoraggiata a tirare qualche freccia. Non scorderò mai la sensazione che ho provato quando ho scoccato la prima freccia! Da quel momento non ho più smesso.
Qual è, nello specifico, la tua specialità all’interno di questa disciplina?
Io tiro con l’arco nudo che, a livello di attrezzatura, è quello un po’ più semplice fra i tre archi sportivi (nudo, olimpico e compound): niente mirino, stabilizzazione, né altro. Nell’outdoor le specialità per la mia divisione sono il tiro di campagna e il 3d. Io finora ho praticato solo il tiro di campagna, che consiste in un percorso ad anello nel quale sono presenti 24 bersagli a distanze conosciute e sconosciute variabili fra i 5 e i 50 metri, con tiri in discesa e in salita. La bellezza di queste gare sta sia nel fatto che spesso vengono organizzate in boschi e paesaggi molto belli, sia che i tiri sono sempre diversi e questo li rende molto divertenti.
Quali sono le tre caratteristiche fondamentali che deve avere un bravo arciere?
Non è facile individuare solo tre caratteristiche in uno sport così complesso sia a livello tecnico, ma soprattutto mentale. Per quanto mi riguarda, le tre che considero fondamentali sono la concentrazione, la determinazione e la resilienza. Il tiro con l’arco è uno sport che ti mette continuamente alla prova con te stesso e il risultato è evidente, lo leggi ogni volta che recuperi le frecce sul bersaglio; l’unico modo per migliorare è affrontarlo positivamente e ripartire ogni volta da lì. Ho scelto tre caratteristiche mentali perché penso che oltre un certo livello siano quelle a fare la differenza, ma una buona coordinazione e una discreta tecnica sono la base.
Qual è stato il momento più bello che hai vissuto all’interno di questo sport?
Sono tanti i momenti indimenticabili, ma forse il più bello è stato proprio la Coppa Italia delle Regioni di quest’anno. È una gara diversa da tutte le altre: ogni regione sceglie una delegazione con i vari arcieri che la rappresenteranno per ogni specialità e i punteggi dei singoli atleti vanno a comporre quello della regione. In uno sport individuale come il nostro, sapere di gareggiare per la propria regione oltre che per se stessi è un bellissimo stimolo in più e tirare durante le finali con il tifo di tutta la squadra è stato davvero emozionante.
Quante ore mediamente ti alleni e in che cosa consiste l’allenamento?
Mediamente mi alleno due ore per tre volte a settimana e l’allenamento varia un po’ a seconda dei periodi dell’anno e degli impegni. In dei periodi ci si concentra di più sulla tecnica con esercizi mirati a migliorare alcuni aspetti del tiro, in altri, principalmente prima di gare importanti, si fa qualche simulazione di gara. In ogni caso si tirano tante frecce!