Parlare di “periferie” non è un concetto anzitutto geografico, ma “antropologico”, è un richiamo a definire che cosa sta al centro dello sguardo di Gesù e del suo rapporto con l’umanità. Scorrendo le pagine del Vangelo, ci accorgiamo che Gesù dedicava la maggior parte del proprio tempo a malati, poveri e bisognosi di ogni genere, possiamo affermare che cominciava proprio da coloro che venivano esclusi.
Gesù ci cammina avanti e ci mostra come farsi prossimo, con la sua vicinanza verso gli ultimi era in grado di azzerare ogni tipo di distanza sociale e di legge, sconvolgendo così il nostro modo di impostare lo sguardo verso il prossimo.
Nella società moderna invece, il bisognoso è oggetto di indifferenza e vittima della cultura dello scarto, come afferma papa Francesco. Spesso non viene considerato che è proprio come una società si occupa della fragilità a determinare la misura di una buona società. In una società ideale, la presenza dei malati arricchisce il mondo, perché interpella la solidarietà di tutti e funge come stimolo per la progettazione di un mondo migliore aperto alla solidarietà.
Con insistenza i diversi relatori e altri interventi hanno affermato che la pastorale della salute oggi non può limitare l’orizzonte del suo interesse e della sua missione alla cura pastorale degli ammalati negli ospedali: senza tralasciare questi, occorre mettersi in ascolto attento del territorio, con tutte le forme di povertà materiale e di sofferenza esistenziale. È necessario offrire percorsi di cura integrale della persona che ne realizzi tutto il bene concretamente possibile, nel corpo e nello spirito, nel suo contesto esistenziale e relazionale, a fianco degli individui e delle famiglie.
Alla pastorale della salute viene affidato oggi anche un compito nuovo, invitare a guardare la storia con l’infallibile occhio della fragilità, della sofferenza, e della morte. È lo sguardo più sicuro, capace di curare deliri di onnipotenza e di immortalità e contribuire all’umanizzazione della cultura e di ogni relazione interpersonale.