Ebbene sì, questa manica di lazzaroni impenitenti ha oltrepassato i confini in muratura di questo Splendido Edificio, evadendo dalla clausura impostagli ed emigrando in direzione della settima arte.
Quando ci siamo resi conto che la Direzione ci avrebbe dato carta bianca per poter realizzare davvero un cortometraggio ideato e interpretato da noi, abbiamo afferrato al volo questa opportunità e ci siamo prodotti in uno sforzo creativo che potesse rappresentarci non più come parcheggiati peccatori, ma come illustratori di uno spaccato della società moderna.
L’idea di questo cortometraggio è stata quella di parlare anche di carcere (quando dimenticheremo?) ma prendendo l’argomento non tanto per manifestare la vita del carcerato, quanto per dimostrare come sia un luogo in cui chiunque può avere la malasorte di capitare.
Abbiamo tentato di riuscire a far convivere sogno e realtà, giocando con loro sino a svelare quanto le differenze svaniscano, quando realizziamo che, sognando, stiamo comunque vivendo una nostra realtà, virtuale e parallela. Ovviamente abbiamo incontrato numerosi problemi allorquando abbiamo dovuto allestire le varie location, in un ambiente che non è proprio il massimo, in termini di spazi che non diano l’impressione di trovarsi in un luogo di contenimento e costrizione.
Doveroso da parte mia ammettere che siamo stati notevolmente appoggiati dalla Direzione dell’Istituto, che ci ha accontentato in quasi tutte le nostre richieste di poter accedere ai vari ambienti che fossero risultati necessari alla rappresentazione delle varie scene.
Siamo così potuti entrare nel “Bar degli Appuntati”, in Infermeria, nell’area esterna ed abbiamo persino avuto la possibilità di girare una scena con un furgone blindato, proprio uno di quei maledetti mezzi usati per le traduzioni…
Naturalmente ci siamo avvalsi della competenza e dei mezzi tecnici di “strani soggetti”, venuti dall’esterno ed inizialmente letteralmente terrorizzati dal dover interagire con dei criminali, così si dice di noi, vero?
Con il tempo, però, le tensioni si sono allentate e anche Massimiliano e Maurizio sono diventati due di noi ed abbiamo creato un fantastico gruppo di lavoro, in cui tutti, ma tutti veramente, avevano voce ed autorità nel decidere e suggerire migliorie alla storia ed alla sua realizzazione. In terza pagina troverete una breve intervista ai nostri due Maestri, insieme naturalmente ad un’altra ai personaggi principali del film, Alessandro V. e Claudio S, vere e proprie novità dell’Universo Cinematografinterpretare il pensiero anche dei miei compagni d’avventura, indicando questo esperimento come il più riuscito tentativo di fornire, a dei soggetti in difficoltà, i mezzi per alzare la testa e gridare al mondo come la strada, il peccato e il disonore della galera non abbiano tarpato la capacità di esprimere la voce, ancora pura, delle loro anime.
Adesso che tutto è finito e che aspettiamo solo il parere di critici spietati, nelle persone dei nostri compagni, di chi verrà da fuori ad assistere alla “prima” e di chi ci ha permesso di di-vertirci dal dolore della reclusione, ci auguriamo che questa attività abbia la possibilità di un seguito e che anche altri possano avere l’opportunità di esprimere la Chimera che si annida in ognuno di noi.
Come si dice? The show must go on…
Enrico Suppa
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