Al vespro del giorno in cui la Chiesa celebra la festa della visita di Maria ad Elisabetta, il Signore ha chiamato a sé don Onelio Passani, presbitero di questa diocesi, nato l’11 maggio 1920.
Fin da bambino ha sentito la chiamata a seguire il Signore sulla via del sacerdozio ministeriale; ordinato presbitero il 27 giugno 1943 da S.E. Mons. Bonaventura Porta ha, in spirito di obbedienza pronta e cordiale, servito questa Chiesa particolare, prima come parroco di Granarola, poi per ragioni di salute, come cappellano dell’Ospedale di Trebbiantico.
Per tanti anni apprezzato insegnante di lettere nelle scuole statali e sempre disponibile nei confronti dei confratelli come aiuto per il ministero della predicazione e della riconciliazione. Per lungo tempo ha prestato servizio nella parrocchia di San Martino, dove risiedeva. Si è infine ritirato nella Casa del Clero: da qui ha continuato, in relazione al suo stato di salute, a collaborare con quanti si rivolgevano a lui soprattutto per il ministero della Parola e della Penitenza. Carattere aperto e gioioso, sapeva incontrare le persone con amabilità e cuore grande.
Ha conservato fino alla fine dei suoi giorni una nota di quella spiritualità che viene chiamata da Santa Teresa del Bambin Gesù, ‘infanzia spirituale’: non ingenuità, ma fiducia illimitata nella bontà misericordiosa di Dio che solo vede nelle pieghe del cuore umano e fascia le ferite dei suoi figli.
Don Onelio, nella sua vita sacerdotale e nei rapporti umani, ha cercato di incarnare lo spirito delle beatitudini evangeliche. Condivideva la gioia degli amici e dei confratelli componendo volentieri e con perizia versi poetici che allietavano sempre i compleanni e gli anniversari. Avremmo voluto celebrare con lui il 70° di sacerdozio il prossimo 27 giugno e stavamo pensando come farlo, tenuto conto delle sue condizioni di salute che comunque non hanno mai compromesso la sua lucidità, né spento quel sorriso disarmante che brillava sul suo volto. Il Signore ha disposto diversamente, lo celebrerà in pienezza di luce nella liturgia celeste. Siamo sicuri che Maria, verso la quale nutriva una devozione tenera e filiale, lo avrà, nell’ora del grande passaggio, condotto a Gesù del quale ha cercato di essere servo fedele e gioioso cantore della Sua infinita misericordia.
Don Gino Rossini