Con il passare del tempo, la maggior parte delle antiche consuetudini liturgiche sono cessate o si sono trasformate pur restando intatta la devozione e la partecipazione dei fedeli
Anche quest’anno in tutta l’arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado si stanno svolgendo i riti della Settimana Santa per celebrare con il consueto fervore ed intensa devozione la Passione, Morte e Resurrezione di Gesù.
Ieri. Ad Urbino, e anche altrove, sono comunque lontani i tempi in cui le cerimonie erano caratterizzate da una partecipazione diversificata in cui un ruolo importante lo svolgevano le numerose Confraternite tra le quali quelle del Corpus Domini, di San Giovanni, di San Giuseppe, delle Cinque Piaghe, di Sant’Andrea Avellino i cui membri incappucciati si recavano in processione, dalla loro sede nella chiesa omonima di via Budassi all’Oratorio del Santissimo Crocifisso della Grotta, sotto l’abside del Duomo, dove, la sera del Venerdì Santo, rappresentavano scene della Passione, del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Oggi. Da tempo, la sera del Venerdì Santo viene compiuta una via Crucis cittadina , con partenza alle ore 21, che si muove dalla Croce dei Missionari per arrivare fino a San Bernardino; quest’anno viene guidata dall’arcivescovo Sandro Salvucci, con gli scout che attendono a far procedere il tutto con ordine e senza pericoli per le persone, con la partecipazione delle Confraternite e delle associazioni cattoliche, con soste davanti a tutte le stazioni dove di volta in volta una parrocchia cittadina ha il compito di animare la Via Crucis: quest’anno tocca alla parrocchia di Santa Maria de Cruce in Mazzaferro. Le campane tacciono e, in passato, il Venerdì Santo, per richiamare i fedeli alle funzioni, dei ragazzi giravano le strade con le batraccole, tavolette di legno con spuntoni di metallo, sulle quali battevano, agitandole, dei tubi metallici, facendo molto rumore.
Le Grotte. Dopo le solenni celebrazioni liturgiche del Sabato Santo e della domenica di Pasqua nella basilica cattedrale di Santa Maria Assunta, la tradizione prevede, per il Lunedì dell’Angelo, la Visita al Santissimo Crocifisso delle Grotte, sotto l’abside del Duomo, che qualcuno pratica ancora, anche se la maggioranza de visitatori sono turisti. Da diversi anni ormai il complesso monumentale, ricco di mirabili opere d’arte, è parte integrante del Museo diocesano Albani diretto da mons. Davide Tondi, vicario episcopale per i beni culturali e artistici, impegnato in una continua azione di promozione per attirare sempre più visitatori. Le Grotte sono composta da quattro Cappelle erette tra il XVI e il XXVII secolo: Cappella della Natività, Cappella del Crocifisso, che deve il nome ad un antico Crocifisso rinvenuto durante i lavori e ritenuto miracoloso, Cappella della Resurrezione, con il mirabile gruppo marmoreo della Pietà di Giovanni Bandini di fine Cinquecento, e Cappella del Sepolcro, con un finto Calvario in pietra spugnosa e un gruppo di statue in terracotta rappresentante il Compianto su Cristo Morto. Tanta gente giungeva anche dalle zone rurali e dalla campagna, dove allora vivevano migliaia di famiglie, perché tutti volevano rispettare la tradizione di visitare le grotte del duomo e ricevere le indulgenze per i vivi ed i defunti come da concessione di papa Sisto IV. Da piazza Duca Federico si scendeva lentamente la lunga scalinata che porta nei sotterranei per poi percorrere in processione una cappella dietro l’altra, e fare il Giro del Perdono. Così è.