Sabato 11 gennaio 2025, ad Assisi, la Famiglia francescana ha dato inizio all’VIII Centenario del “Cantico delle creature”. L’evento si è svolto in diversi momenti e in varie tappe. Tra queste la chiesa di San Damiano, dove Francesco ascoltò o intuì il senso delle parole: «Va’ e ripara la mia casa che è tutta in rovina» e il Santuario della Spogliazione, che, all’epoca, era la chiesa cattedrale di Assisi, al cui fianco sorgeva, come oggi, il vescovado. In questo ambiente il giovane si denudò totalmente davanti a tutti, consegnando al padre, Pietro di Bernardone, abiti e denaro. Il vescovo Guido comprese il gesto del giovane e fece altrettanto clamore coprendolo con il suo piviale in segno di riconoscimento quale figlio della chiesa assisiate.
Cantico. Nonostante il tanto tempo trascorso il Cantico ancora sorprende, meraviglia, risuona nelle chiese e nelle piazze di tutto il mondo. Composto da Francesco tra il 1224 e il 1225, si presenta con le caratteristiche della lauda medievale, a taglio lirico-narrativo.
Nel testo sono elencati i principali elementi della natura: il giorno (sole), la notte (luna e stelle), l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra, proposti tutti a servizio e godimento dell’uomo: il sole che illumina il giorno per noi («lo qual è iorno, et allumini noi per lui»), l’acqua è utile (per sor’acqua, la quale è multo utile») e infine la terra ci sostenta e nutre («per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa»).
La Compilazione di Assisi 83 (detta anche: Legenda perugina) ci indica i motivi per cui l’Assisiate compose il Cantico: «Voglio a lode di lui e a mia consolazione e per edificazione del prossimo, comporre una nuova lauda del Signore riguardo alle sue creature» (Fonti francescane 1615).
Francesco, a tutt’oggi considerato come il primo autore di poesia religiosa in Italia, compose il Cantico in un momento molto difficile della sua vita. Nonostante ciò, si commuove per la gioia e, pur cieco, vede nell’universo creato, come in uno specchio donato dalla infinita generosità divina, l’impronta intelligente ed ordinata del Creatore. Al sole, posto all’inizio del componimento, Francesco dedica la maggior attenzione. Lo considera come “significatione” di Dio, a immagine e simbolo della luce divina. Le creature, compreso l’uomo, sono parte integrante dell’universo, sorelle e fratelli: tutte insieme formano il coro della creazione, riflesso della luce di Dio.
Composizione. Il Cantico, secondo le testimonianze dei primi compagni, è stato composto in tre tempi. Dal ringraziamento per la creazione si passa al tema della pace, che richiama storicamente il perdono e la riconciliazione tra il podestà e il vescovo di Assisi. Alla fine arriva, a sorpresa, il riferimento alla morte, riconosciuta come sorella: «Laudato sii per nostra sora Morte corporale». San Francesco non si abbandona al nulla, ma si affida al Tutto. Dopo otto secoli il Cantico è sorprendentemente attuale e lo dimostra, tra l’altro, il titolo della Lettera Enciclica di papa Francesco: «Laudato si’» del 2015, che ricorda e sottolinea come l’umanità dovrebbe non solo rispettare l’universo creato, ma anche lodare e onorare Dio per la sua infinita generosità che si rivela nella creazione.