La comunità casteldurantina puntualmente lo scorso 23 gennaio con numerose iniziative civili e religiose ha fatto memoria del terribile massacro che provocò 250 morti e più di 500 feriti
“Risuona ancor pauroso e angoscioso negli animi nostri l’eco del terribile bombardamento che, la Domenica 23 gennaio del 1944, alle ore 12,42, quando la gente usciva dall’ultima Messa affollava straordinariamente il corso principale, colpiva la nostra città di Urbania e, in pochi istanti, faceva piombare tante famiglie nel lutto più profondo e nella desolazione più atroce”, così scriveva il vescovo di Urbania, mons. Giovanni Capobianco nella sua Lettera Pastorale dopo quell’incursione aerea.
Ferita indelebile. La coscienza dei durantini e quella di ogni cittadino del nostro territorio non poteva allora non farne memoria. Era stata spezzata la vita a 250 persone innocenti con 515 feriti e 284 abitazioni distrutte. Noi superstiti ne abbiamo visti i corpi straziati, irriconoscibili tra le macerie. Pianto e urla erano scoppiate davanti la montagna di macerie… e non c’era tempo da perdere per salvare qualcosa. Precipitosi erano i trasporti su barelle improvvisate per correre all’Ospedale. La via Roma era diventata un fiume di sangue. Il tutto tra le grida di gente disperata e straziata. Poi la miseria e l’incubo della disoccupazione.
Un’opera meritoria. Per la ripresa, la “risilienza” è stata una vera provvidenza l’impegno della Chiesa con l’ODA (Opera Diocesana Assistenza) nei confronti delle fasce più deboli. Proprio qui è doveroso ricordare don Corrado Catani che promosse l’apertura di laboratori alternandosi con le aziende del tessile. Allora Urbania divenne la Valle del jeans dove don Corrado Catani riuscì a dare lavoro a diverse centinaia di ragazze che alla fine del mese potevano finalmente permettersi di avere una busta paga. Non solo, ma l’ODA gestiva centri riabilitaitivi, comunità di alloggi e di assistenza anche per orfani e non autosufficienti. Ė da ricordare inoltre che dopo 30 anni dalla fine della guerra, in una statistica elaborata dal governo nel 1975 per conoscere la ripresa della vita economica e sociale dell’Italia, la nostra città di Urbania è stata collocata tra le prime 100 città più progredite nella sua “risilienza” anche come esempio di coscienza lavorativa e come capacità di superare ogni avversità.
Per non dimenticare. L’anniversario di questa memoria triste è stata ricordata con una buona partecipazione della gente ed è durata per tutta la giornata coinvolgendo anche i ragazzi dell’Omnicomprensivo Istituto Della Rovere e con la Messa solenne a suffragio delle vittime. Ha prestato servizio la “Schola Cantorum” della Concattedrale. Alle 11 presso la sala Volponi incontro delle classi terze dell’Istituto Omnicomprensivo Della Rovere con l’assessore Andrea Alessandroni e Laura Santi insieme ai loro docenti e la preside Antonella Accili; alle 12, percorso con gli alunni per le vie colpite dal bombardamento; alle 12.42, ora esatta dello sgancio delle bombe, è suonata la sirena per un invito alla città ad un momento di silenzio e per una preghiera per i morti della tragedia; alle 17.45, raduno delle autorità civili, della Banda Musicale Cittadina e delle Associazioni davanti al Palazzo Comunale; alle 18, a conclusione dell’intensa giornata, Santa Messa di suffragio dei caduti del bombardamento celebrata dal Parroco don Nino Maluccio con i sacerdoti collaboratori concelebranti. La liturgia è stata vissuta alla luce di una particolare “giornata della pace”. L’Arcivescovo, mons. Sandro Salvucci non è mancato: era tra noi e, dopo il Sindaco Marco Ciccolini, ha espresso parole di affetto per questa città martire davanti al tempio votivo dello Spirito Santo.