La chiesa, come da tradizione, era gremita di fedeli, provenienti dalla Città e dal Circondario. La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo emerito mons. Giovanni Tani
Grande festa nei giorni scorsi, nella chiesa di San Francesco di Urbino, in occasione della Solennità dell’Immacolata, cui hanno partecipato molti fedeli della Città e dei dintorni. Molti anziani ancora ricordano, come tanti fedeli delle parrocchie vicine, devoti alla Madonna, a partire dagli anni ’40 e ’50, partecipavano alla Novena, davanti alla statua della Vergine, portando la seggiola da casa. La meditazione di ogni sera è stata effettuata da fra’ Flavio Agostini che ha evidenziato con saggezza e competenza il percorso di Maria, a partire dall’annuncio dell’Angelo Gabriele. E’da sempre per tutti i francescani, ed in particolare per i Frati Minori Conventuali, la festa mariana per eccellenza; lo stesso S. Francesco era “animato da indicibile affetto per la Madre del Signore Gesù”. Inoltre nell’imminenza dell’apertura della Porta Santa che ci introdurrà nel Giubileo ordinario del 2025, certamente l’Immacolata ci aiuterà a riflettere sugli avvenimenti del passato e del presente, consentendoci a non aver paura del tempo che abbiamo dinanzi.
Padre Flavio Agostini ha sintetizzato le sue riflessioni, sottolineando che «in Maria contempliamo l’esempio più luminoso di creatura in cui risplende la fede e il DNA delle opere di Dio. E’ Lui infatti il protagonista di questa storia, è Lui che prende l’iniziativa e si inserisce, servendosi di una mediazione (l’Angelo Gabriele), in una storia già in corso e che sembrava avere un certo indirizzo, per darle una svolta secondo il Suo disegno d’amore. Per le Sue opere, Dio sceglie Nazareth, un luogo da cui non proviene nulla di buono (Gv 1,46), invece che il Tempio, ossia sceglie le nostre povertà, ciò che scarteremmo di noi e della nostra storia. A questa ragazzina l’Angelo Gabriele rivolge un invito alla gioia e a non avere paura, non perché la sua vita sarà semplice, ma perché ha trovato il favore di un Dio che è più grande di ogni cosa che può farci paura, anche della morte. Maria allora si fida della promessa di vita piena che le viene fatta, senza la pretesa di capire tutto, e crede che a Dio nulla è impossibile. Proclamandosi serva del Signore esprime il desiderio che avvenga per lei, secondo la Sua promessa».
Mons. Giovanni Tani. L’Arcivescovo Emerito ha presieduto la solenne celebrazione dell’Immacolata, alla quale hanno partecipato moltissimi fedeli. «La storia», ha detto mons. Tani, «è attraversata dalla benedizione di Dio. Tutto inizia con la domanda: “Dove sei?”. La stessa richiesta è rivolta anche a noi: dove sono? Da dove vengo? Dove vado? Che senso ha il mio cammino? L’uomo è caduto nell’inganno. Spesso vuole vivere liberandosi di Dio. E si trova nudo, ovvero spogliato della sua dignità. Percorre vie di conoscenza tecnico scientifiche sempre più avanzate, ma sperimenta che la vita è sempre più fragile. Dio però non si ritira dall’uomo. La benedizione di Dio non ha perso il filo della storia. E la prima realizzazione è in Maria che con il suo “eccomi” accetta il progetto di Dio ed è pronta a collaborare. In lei vediamo realizzata la Speranza. Oggi ci mostra Dio come unica vera forza della nostra vita. Maria e i Santi credono alla novità di Dio. A noi che poniamo ostacoli, il Signore ci chiede di superare le nostre resistenze e le nostre abitudini».