Domenica 24 novembre, all’Oasi di San Giuseppe di Spicello, si è svolto l’incontro per giovani famiglie, organizzato dalla pastorale familiare diocesana, dal titolo: “Il giubileo della speranza”. La giornata è stata un’occasione di ascolto e confronto per oltre venticinque famiglie che, guidate dalla Parola di Dio e dagli stimoli del diacono Carlo Berloni, hanno potuto riflettere su come la famiglia oggi vive la solidarietà e l’accoglienza, l’unità e la cura, la ministerialità, la preghiera e la contemplazione.
Guardare. Dopo un momento di presentazione tra tutti i presenti, il diacono Carlo ha evidenziato come nella coppia ci sia anzitutto bisogno di guardarsi e di riconoscere i bisogni e le fragilità dell’altro con il sorriso che nasce dalla consapevolezza di sentirsi amati da Dio.
Accoglienza. Dallo sguardo poi si passa all’accoglienza. Non basta dire “ti amo”, ma occorre ascoltarsi in profondità senza pregiudizi, entrare in profonda sintonia con l’altro che non finiamo mai di conoscere e scoprire.
“Tutti noi – ha proseguito il diacono – siamo in divenire, pellegrini in cammino, mossi dalla speranza di arrivare a metterci a servizio l’uno dell’altro, pronti a morire a noi stessi. Dobbiamo anche essere attenti a non fermarci poiché l’egoismo è come una molla che ci fa tornare indietro. Solo l’amore rende profondamente liberi. Sorretti e guidati dallo Spirito, nella libertà dei figli di Dio e nel carisma che ci è stato donato, viviamo il sacramento del matrimonio come un cammino che attraversa il quotidiano e lo rende sempre nuovo. L’amore vince la paura e la stanchezza e, giorno dopo giorno, accresce la stima vicendevole”.
Amati da Dio. La giornata di condivisione si è conclusa con la Santa Messa presieduta dal vescovo Andrea, il quale, nell’omelia della Solennità di Cristo Re, ha ricordato come in Gesù si riassume tutto il corso della vita dell’universo, dall’inizio alla fine. Il Signore è l’onnipotente nel senso che prende la vita di tutti e la consegna al Padre. Realizza la volontà che nessuno vada perduto. Ricapitola tutto nella direzione della nuova creazione della vita donata.
Al termine della celebrazione a tutti i presenti è stato fatto un piccolo dono, il bulbo di un fiore da poter piantare per veder crescere e ammirare in tutta la sua bellezza.