Martedì 5 novembre il Vescovo Andrea ha celebrato in Cattedrale la Santa Messa in occasione del 161° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Locale alla quale hanno preso parte le autorità civili e militari del nostro territorio.
Salvezza. “Il Vangelo – ha sottolineato il Vescovo – parla di un banchetto al quale tutti siamo invitati e chi lo organizza ci tiene particolarmente che la presenza sia collettiva. Alcuni rifiutano e questo è un dramma, un dispiacere, ma la storia della salvezza ci invita a cogliere delle possibilità che ci sono per cambiare determinate situazioni: il dramma di un ‘no’ rende possibili tanti altri ‘sì. C’è una visione, quindi, bella e luminosa della storia della salvezza che ci permette di cogliere maggiormente gli aspetti positivi, i germogli di amore e di bene che animano la nostra realtà. I drammi e i problemi possono essere affrontati dai tanti ‘sì’ che vengono proclamati e dall’accoglienza della buona novella. L’invito che viene dal Vangelo di oggi – ha proseguito Mons. Andreozzi – è che, nella vita, possiamo sempre renderci conto delle possibilità che abbiamo valorizzando i germogli di speranza che nascono intorno a noi e che permettono al nostro cuore di essere rianimato”.
Banchetto. Il Vescovo si è poi soffermato sull’importanza del banchetto. “Sedendo a tavola Gesù vuole anticipare il banchetto eucaristico, la profezia del Regno dei Cieli, il dono di sé. Vuole offrirci il motivo vero della festa che è sempre l’amore. Si fa festa, infatti, perché qualcuno ci ama, ci pensa, ci invita. Nel suo calice c’è tutto il gusto più autentico perché c’è la consegna di una vita, della persona che ci ha amato e questo ci rende contenti. Il banchetto è un luogo speciale dove, oltre a ciò che si mangia, è importante la presenza dei commensali perché significa dire agli altri ‘tu sei prezioso’, ‘tu sei importante’”.
Cursus honorum. Mons. Andreozzi, in conclusione, riprendendo la Prima Lettura ha affermato come quello di Gesù sia un esempio di ‘cursus honorum’ al contrario. “Nella nostra esperienza – ha sottolineato il Vescovo – cerchiamo sempre di salire di grado, mentre Cristo chiede alla Chiesa di scendere di gradino in gradino sempre più in basso come Lui stesso ha fatto dando gloria al Padre e facendoci conoscere, così, l’amore di Dio rivolto verso tutti, anche a coloro che stanno più in basso. La Lettera ai Filippesi ci propone dunque di non perdere di vista l’esempio di Cristo e di vivere la nostra missione con spirito di servizio”.