I francescani conventuali stanno preparando con cura la solennità del Patrono d’Italia, che sarà preceduta da un triduo ed un incontro di preghiera per il Transito del Serafico Padre
Tutta la Chiesa attende con gioia l’imminente solennità di S. Francesco. Un santo amato trasversalmente anche dai non credenti perché è stato attirato dalla “figura” di Cristo. Un vero araldo della fede, un testimone della vita evangelica, tanto da essere proclamato il 18 giugno del 1939, da papa Pio XII, patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena.
Solennità. La festa ha radici profonde anche ad Urbino, dove i Frati Minori Conventuali, come sempre, stanno preparando con cura questa ricorrenza, a cominciare dal “triduo” dell’1,2,3 ottobre, con la celebrazione eucaristica, nella chiesa di San Francesco alle ore 18,45, officiata da padre Roberto Liggeri OFM Conv., in cui verrà approfondita la spiritualità e il lungo percorso di Francesco, alla sequela di Gesù. La sera del 3 ottobre alle 18, prima della celebrazione verrà ricordato il Transito del Serafico Padre Francesco. La celebrazione eucaristica della solennità, sempre alle 18,45, sarà presieduta dall’Arcivescovo. In tale occasione l’Amministrazione Comunale provvederà all’accensione della Lampada, in segno di gratitudine al Santo che illuminò il mondo intero, con la radicalità di vita evangelica e con messaggi di pace e amore universali.
Eventi serali. Alle ore 20,45 del 1 ottobre, fiaccolata per il creato, con partenza dalla Cattedrale. Presiede l’Arcivescovo, con riflessioni di padre Filippo M. Caioni, OFM Capp. Alle 21 del 2 ottobre, concerto di Organo e Violino: introduzione alla Pala del Barocci del prof. Bruno Papi, quindi Alessandro Bianconi all’organo ed Emanuela Agatoni al violino.
L’osservanza radicale del Vangelo. Il Poverello d’Assisi ha radicalmente modificato il suo percorso di vita, dopo aver scelto di seguire il Vangelo, e per questo rappresenta un’icona viva di Cristo. Oggi suona come una salutare provocazione, in una società e cultura dove comanda la mancanza di ogni limite nel consumo frettoloso di ogni risorsa e nell’uso strumentale delle persone. La sua decisione non significa soltanto la rinuncia a ogni possesso, a ogni potere, ma lo spogliarsi di tutto, rivela una logica che appare sovversiva rispetto agli egoismi e alle avidità che governano il mondo. Per lui, la vita di ciascuno è dono prezioso da amare, senza pretendere di possederla. Ogni attenzione al debole nasce in Francesco dall’amore alla “povertà crocifissa” del Figlio di Dio. La sua attualità consiste nel proiettare ancora oggi la luce di Cristo nei profondi bisogni dell’uomo del nostro tempo, in particolare dei giovani. Anche nel nostro tempo l’acuirsi dei conflitti nel cuore dell’Europa e nel Medio Oriente, i contrasti sociali, la precarietà diffusa, il lavoro povero, l’egoismo dilagante, l’indifferenza, il bisogno di reti di protezione e di relazioni, l’insicurezza e la paura di non farcela, ci impongono di guardare al Santo di Assisi, per costruire un mondo più umano e pacificato. Per lui, la vita di ciascuno è dono prezioso da amare, senza pretendere di possederla. Assisi in onore del suo illustre concittadino, è diventata un faro spirituale ed un simbolo di pace universale, per aver superato tanti dissidi e contrasti anche da parte degli esponenti delle maggiori religioni del mondo.