Lo Spirito opera meraviglie anche in questo tempo così drammatico. Non si può che definire “meraviglia”, infatti, il mistero di un Dio che continua, nel corso della storia, a chiamare a sé dei giovani, invitandoli a seguirlo sulla via del sacerdozio e il mistero di un giovane che risponde positivamente a questo invito, compiendo una scelta decisamente controcorrente rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi coetanei e alle sirene seducenti della cultura dominante.
Ebbene, questo dono è toccato anche alla nostra diocesi: Luca Camillini, un giovane cresciuto nella Comunità pastorale del Centro e formatosi all’interno della Fraternità di Comunione e Liberazione, laureatosi in fisica dopo aver compiuto gli studi presso La Nuova Scuola, ha chiesto di entrare nella Fraternità Sacerdotale di San Carlo Borromeo, nata dal carisma di don Giussani e tesa a diffondere tale carisma attraverso l’opera missionaria.
Tutta la comunità di CL, insieme al Vescovo Sandro e ad altri amici, si è riunita i giorni scorsi ai Vivai Pascucci per stringersi intorno alla famiglia di Luca, esprimere la propria riconoscenza al Signore e fare festa insieme.
“Ogni vocazione nasce dal grembo della Chiesa, che è madre” ha detto il Vescovo. Nasce nella famiglia, nella parrocchia, in un movimento: è risposta a un amore sperimentato su di sé. L’amore non si può ricevere senza ridonarlo; è come la corrente: se la trattieni, si interrompe e non genera più”.
“Ho voluto questo incontro, ha spiegato Luca, per dirvi grazie, perché la mia vocazione dipende in altissimo grado dalla testimonianza di tutta la Comunità. Siete stati tutti voi, chi in modo diretto chi indiretto, a testimoniarmi che la mia vita è voluta bene e che l’amore di Dio vince tutto, anche la morte, come abbiamo potuto sperimentare nei lutti che ci hanno colpito in questi ultimi tempi. Adesso parto perché questa gratitudine cresca sempre di più”.
Marco Scavolini, responsabile della Fraternità di CL, ha ricordato con gioia e riconoscenza i cinque anni di GS trascorsi con Luca. Don Giuseppe Gaudenzi ha citato le parole della liturgia: “Abbandonate l’inesperienza e vivete. Andate dritti sulla via dell’intelligenza cercando il bene che non muore”.
Al termine, Luca ha chiesto ai presenti di contribuire con un’offerta alla sua retta del Seminario, spiegando che ciò è una precisa proposta della Fraternità San Carlo: i giovani seminaristi, infatti, devono dipendere da benefattori, per imparare a vivere di carità, cioè di essenzialità.