Tre medaglie in quattro anni non sono niente male. È il percorso della Nazionale di basket sorde, tornata dalla Spagna con l’argento al collo. Una realtà forse ancora non conosciuta come meriterebbe quella della pallacanestro giocata dai sordi, che quest’anno si è proposta sulla ribalta di Malaga con i campionati Europei. Le azzurre ci arrivavano da campionesse in carica dopo l’oro conquistato a Pescara nel 2021, il punto più alto di una storia breve ma intensa, cominciata quasi per caso nel 2011. In dieci anni passare dal nulla, ovvero la creazione della prima squadra femminile, al tetto d’Europa è stato una sorta di miracolo sportivo riuscito al Direttore Tecnico Beatrice Terenzi (che nella vita fa la giornalista sportiva). Dopo un inverno passato ad allenarsi in una palestra della periferia di Pesaro, mescolate a ragazze udenti per mancanza di numero, Beatrice viene contattata dalla Fssi – la federazione degli sport riservati ai non udenti – che le invita a partecipare a un torneo internazionale e poi decide per l’investitura a Nazionale azzurra. Nel 2012 al timone arriva coach Sara Braida da Cividale del Friuli. Nel frattempo la rete aiuta in maniera determinante la ricerca delle giocatrici sorde sparse nel nostro paese, quasi ‘nascoste’ nelle squadre udenti: basta un breve video in lingua dei segni postato su YouTube arrivano messaggi da tutta Italia. Il livello del gruppo cresce fino ad arrivare alla prima medaglia, datata 2016, il bronzo agli Europei di Salonicco che diventa la pietra miliare su cui costruire la scalata che porta l’anno dopo allo stesso risultato, ma alle Deaflympics e quindi al terzo posto dei Mondiali Under 21 di Washington che vengono disputati in un college, la Gallaudet University, dove tutti parlano in Lis, dal preside ai giardinieri. Esperienza straordinaria. Poi scoppia la pandemia e tutto il mondo si ferma. Le ragazze non si incontrano per mesi, subendo più di altri l’isolamento perché con le mascherine cade la possibilità di leggere il labiale. Un vero incubo per i sordi, dal quale si esce finalmente nel maggio 2021 con il raduno di Roseto degli Abruzzi. E’ la ripartenza entusiasta che conduce al trionfo di Pescara, soltanto un mese dopo. E che, nel 2022, vede le azzurre arrendersi solo agli Usa nelle Deaflympics giocate in Brasile. La scorsa estate a Creta, arriva un quarto posto che brucia, con la finalina persa contro la Grecia in un ambiente infernale. E adesso, sempre sotto la guida di Braida e della vulcanica vice napoletana Giovanna Franzese, ecco il pronto riscatto, con quest’argento che brilla, dopo una semifinale straordinaria vinta contro la Lituania e la resa – negli ultimi minuti – in finale solo davanti alla fisicità dell’Ucraina.
Appuntamento ora per le prossime Deaflympics di Tokio del 2025, dove la Nazionale femminile ci sarà, per rilanciare ancora il guanto di sfida all’America. Ci sono ancora delle pagine da scrivere in questa bella storia.