L’intervento di Papa Francesco, a conclusione dei lavori della Settimana Sociale, è stato davvero ricco di riflessioni e di spunti che trovano una risonanza concreta nell’esperienza quotidiana di chi, come me, si spende in prima persona in politica e nelle amministrazioni comunali. Di questo ho avuto modo di poter parlare anche con tanti altri amministratori, presenti a Trieste. Il desiderio condiviso è quello di essere accompagnati e rinfrancati nell’impegno. Questo è lo spirito delle settimane sociali: un confronto ed uno scambio reciproco, costruttivo, che non teme le differenze, anzi le valorizza. “Rimangono fecondi i principi di solidarietà e sussidiarietà. Infatti, un popolo si tiene insieme per i legami che lo costituiscono, e i legami si rafforzano quando ciascuno è valorizzato. Ogni persona ha un valore; ogni persona è importante”. Questo il passaggio che più mi ha colpito e che detta un metodo di lavoro concreto, di impegno personale, di ricerca delle buone relazioni, di servizio della comunità.
Michele Redaelli delegato di Pesaro
Qui a Trieste c’è fermento e voglia di mettersi in gioco da parte di tutti, consapevoli che le sfide e le complessità sono numerose e che non esistono soluzioni pronte. Mettersi in discussione e mettere in discussione, avendo fiducia che partecipare in collaborazione ci può rendere la versione migliore di noi stessi. Questo stiamo sperimentando: anche grazie ai momenti di “laboratorio” scopriamo che ascoltare l’opinione di tutti è spesso molto più difficile che esprimere la propria. In fondo democrazia è partecipazione consapevole; “I care” può riassumere l’impegno che ci deve guidare: tutto ciò che riguarda il bene comune e gli altri mi interessa, mi riguarda e ho il diritto e dovere di prendermene cura. Percepisco tanta voglia di tornare arricchiti, e di apprendere dagli altri quanto più possibile, come per ampliare un nostro vocabolario metaforico. Come ci ha ricordato il presidente Mattarella, occorre che nessuno sia o si senta analfabeta in materia di democrazia. Stiamo infatti riformando e consolidando un “vocabolario” con tante parole, tanti concetti, tante idee: come in un dizionario più parole saranno presenti, più avremo possibilità di leggere e tradurre ciò che ci capiterà davanti in ciascuna delle nostre comunità.
Chiara Battistini delegato di Pesaro
Se è vero che un lungo cammino inizia dal primo passo, quello innescato durante la settimana appena conclusa, rappresenta un importante tassello verso la costruzione di obiettivi comuni . Le emozioni hanno costituito un tema ricorrente nel corso degli eventi e proprio la possibilità di condividere momenti con persone dal diverso background, ma capaci di emozionarsi insieme di fronte a buone pratiche e sfide di partecipazioni collettiva, è la ricchezza più grande che un giovane come me si porta a casa. Il lavoro però non si conclude qui, anzi, è appena iniziato; ora ci aspetta la sfida più difficile: quella di portare nuovi contributi e freschezza nelle nostre realtà territoriali, per creare comunità più coese, più partecipi e più pronte ad aiutarsi.
Matteo Palma delegato di Urbino
Giovani, meno giovani, appartenenti ad associazioni e movimenti di qualsiasi tipo, insieme, tutti fratelli. Fratelli e sorelle nel condividere la ferialità dei pasti, dei laboratori fatti a cerchio, dei convegni, fino agli spettacoli serali e alla preghiera. Una Chiesa fatta a “circle”, come i gruppi del momento laboratoriale, in cui si cammina tutti insieme, confrontandosi e sostenendosi a vicenda.
Davide Pieretti delegato di Fano
Uno dei momenti più belli e coinvolgenti sono stati i laboratori, in cui gruppi di lavoro si sono riuniti a seconda delle tematiche di interesse. La componente giovanile delle nostre delegazioni di metropolia ha lavorato principalmente sul tema della partecipazione dei giovani alla vita democratica del Paese. Ne sono uscite vere e proprie proposte di progettualità in cui le Diocesi e le parrocchie si fanno accompagnatrici dei nostri Comuni e degli Enti locali, nella volontà di promuovere una concreta “politica di prossimità” attraverso, ad esempio, l’uso dello strumento di “amministrazione condivisa”. Da questa Settimana Sociale ci sembra che si sia delineato un volto di Chiesa che vuole farsi madre di tutte le “ferite sociali”, dando loro voce e attenzione al fine di riconciliarle, contribuendo così alla realizzazione di un bene comune che, come ha ricordato il presidente Mattarella, “non è il bene pubblico nell’interesse della maggioranza, ma il bene di tutti e di ciascuno, al tempo stesso”. Lo ha ribadito anche Papa Francesco nel corso del suo discorso ai delegati delle Settimane Sociali, quando ha parlato di un amore politico che mira ad un cuore risanato come unica via per la buona salute della democrazia.
Emanuele Lorenzetti delegato di Fano