Da qualche tempo nella nostra comunità diocesana prestano servizio, come fidei donum, due giovani sacerdoti incardinati nella diocesi di Macerata: don Luca Coli, nato a Milano 36 anni fa, che collabora con la parrocchia di Santa Maria di Loreto e don Davide Mirandola, veronese di 30 anni, aiuto pastorale nella parrocchia di San Carlo Borromeo.
Grazie al volere concorde dei due vescovi, mons. Salvucci e mons. Nazzareno Marconi, sono stati destinati pro tempore alla nostra arcidiocesi dove – com’è ormai noto – “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”.
Entrambi i sacerdoti si sono formati nel Seminario Internazionale maceratese “Redemptoris Mater”, fondato nel 1991, uno dei primi Seminari internazionali sorti, dopo il rinnovamento conciliare, all’interno del Carisma del Cammino Neocatecumenale e caratterizzati da un forte impulso missionario, sulle orme del gesuita maceratese Matteo Ricci.
Molti di questi presbiteri, infatti, svolgono il loro servizio non solo nella diocesi di Macerata e in altre diocesi marchigiane, ma in tutto il mondo.
Don Luca stesso, prima della sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 12 maggio 2018, ha trascorso tre anni in missione in Cina, dove spera di ritornare, avendo conseguito, con questo desiderio, la laurea in lingue. Don Davide, ordinato l’11 maggio 2024, ha vissuto quattro anni in Messico.
“Uscire dall’Italia – hanno detto – a contatto con un’altra realtà e un’altra cultura è stato per noi molto formativo; ma soprattutto ci ha fatto sperimentare che l’annuncio del Vangelo è per tutti gli uomini e che Gesù ha il potere di salvare ogni persona”.
Ma come può accadere, in un tempo come l’attuale così povero di vocazioni e ricco di distrazioni, che un giovane si senta talmente attratto dal cristianesimo da decidere di donarsi interamente a Cristo facendosi sacerdote? Attraverso quale percorso di vita è maturata questa scelta?
Lo abbiamo chiesto ai due giovani presbiteri, per conoscere più da vicino le loro storie.
“Ho incontrato la Chiesa tramite la mia famiglia – racconta don Luca: mia mamma Maria, mio papà Fausto, che da trentacinque anni mi segue dal cielo e i miei quattro fratelli. I miei genitori hanno sempre frequentato in parrocchia il Cammino Neocatecumenale. Ciò che mi ha sempre colpito è stata la pace con cui mia mamma viveva, pur essendo rimasta vedova a quarant’anni, figlia unica e già orfana di entrambi i genitori. Pregava senza mai lamentarsi: mi ha sempre testimoniato l’incoraggiamento che le donava la Parola di Dio vissuta nella comunità del cammino di fede che frequentava. Quando anch’io, ormai adolescente, ho scelto di frequentare il medesimo itinerario, sono rimasto attratto dalla predicazione del kerigma, ovvero del perdono e dell’amore che Dio ha per ogni uomo peccatore.
La vocazione è nata nel 2007, dopo un pellegrinaggio a Loreto con il Santo Padre Benedetto XVI: entrando nella Santa Casa ho chiesto alla Beata Vergine Maria quale fosse, dopo un periodo di fidanzamento, la mia vocazione. Mi ha risposto qualche mese dopo, a settembre, durante un pellegrinaggio a Lourdes come barelliere”.
Grato al carisma attraverso cui ha incontrato Cristo e la Chiesa, attualmente don Luca aiuta anche cinque comunità neocatecumenali, presenti con un elevato numero di giovani e giovanissimi nella Parrocchia fanese di S. Maria del Metauro.
Anche la fede e la vocazione di don Davide sono nate all’interno della famiglia, composta dai genitori Flavia e Tiziano e da tre fratelli, di cui un suo gemello presbitero: “I miei genitori partecipavano al Cammino Neocatecumenale guidato da un parroco spinto da grande zelo.
La famiglia è sempre stata per me il luogo di trasmissione della fede, in cui si leggevano i fatti quotidiani alla luce della Parola di Dio. Anche io sono entrato nella comunità dei fratelli Neocatecumenali e lì, a poco a poco, il Signore mi ha mostrato la sua volontà, mi ha fatto scoprire che Dio guida la mia storia, si prende cura di me. Ho sperimentato che la gioia è piena solamente nel fare la sua volontà e non nell’ inseguire i miei progetti.
Nell’ agosto del 2013, io e mio fratello gemello dovevamo andare a Rio de Janeiro per la GMG, ma, a causa di problemi con l’agenzia, non siamo potuti partire. Abbiamo così partecipato a un pellegrinaggio in Polonia organizzato in pochi giorni. Lì il Signore mi aspettava. È stato un pellegrinaggio ricco di predicazione, esperienze e Parola di Dio. Sentivo che il Signore mi chiamava a dargli fiducia, a fare un passo concreto. Perciò, avendo sperimentato che Lui non mi aveva mai deluso, anzi aveva sempre avuto pazienza con me, ho deciso di seguirlo. Dopo quel pellegrinaggio, sia io che mio fratello siamo entrati in seminario”.
Don Luca e don Davide non hanno abbandonato l’esperienza neocatecumenale: abitano infatti a Pesaro nella Parrocchia di San Carlo con il parroco don José Jaime, anch’egli formato nel Seminario “Redemptoris Mater”. Vivono la regola socii: pregano insieme la Liturgia delle Ore, condividono pranzo e cena e, una volta alla settimana, fanno la scrutatio o lectio divina, meditando insieme il Vangelo della domenica, mettendo in comune le gioie e i dolori della settimana appena trascorsa e chiedendo al Signore il dono della comunione.
Ecco il messaggio che lasciano ai più giovani e ai meno giovani, ma soprattutto a chi si sente inutile e senza senso: “Gesù Cristo ti sta aspettando per ricostruire la tua vita e donarti pace, come ha fatto con noi”.