Sappiamo tutto o quasi del grande Federico da Montefeltro. Molti studiosi e tante pubblicazioni hanno messo in luce la sua personalità e le sue opere. Meno conosciuta, forse, è la sua vita privata a palazzo
Il grande Federico è un condottiero, un diplomatico, un mecenate, un costruttore di palazzi e castelli, un devoto che assiste a due messe al giorno, un amante delle letture (ha letto la Bibbia non si sa quante volte) e dei libri. La sua <libraria> è un gioiello composto da manoscritti preziosissimi copiati o comprati senza risparmio. Ma com’è nella vita di ogni giorno? Quali sono i suoi pasti? Quali le regole di comportamento e di convivenza? Per toglierci qualche curiosità vale la pena di spulciare il manuale degli <ordini> e degli <offizi> della corte e qualche testo del tempo. Così apprendiamo che Federico è un uomo frugale, di quelli che <sanno tenere il mezzo tra il poco e il troppo. Non beve vino per continenza se non di mela grane o di frutte, come di ciliegie o di mele>.
I pasti. Niente pranzi sontuosi. Il menu quotidiano prevede: <carne bollita a mezzogiorno et la sera pure bollita>; nei giorni di festa ci sono gli arrosti, il venerdì e le vigilie <menestra et pescio, havendone, o fresco o salato, se no ova e cacio et cusì la sera, excepto quando se degiuna: pane et insalata a chi ne vole>. Naturalmente, tutti devono essere serviti <ordinatamente et senza tumulto>, ciascuno deve avere <la taza sua e il vaso de l’aqua> ed i servitori devono guardarsi <da omne cosa che possa procurare una minima schifeza>.
L’igiene. Federico ci tiene alla pulizia e raccomanda a tutto il personale di essere <politi et senza fetore … diligenti in lavarse spesso la persona et le gambe per modo che né sudore né altra sordicia li faccia odiosi, de tagliare spesso le onghie…havendo sopratuto uno gran studio de tenere polita la mano>. E’ lui stesso a dare l’esempio: < li panni de lecto, le camiscie, li fazoleti, le tovaglie de testa siano finissimi…li giuponi et calze tenuti asciutti de sudore et mutati spessi spesso, pedali la estate de lino et el verno de lana…netti sopra tutto, berrette nette et dal sudore potissimamente…et ben netti et ben lavati et lucidi et aparechiati per lo signore doi orinali de vetro et una sedia cum lo catino de l’aqua et stercatori de lana un poco ruvideta et bianca sempre ma io lodaria più la stoppa de la canapa. El maestro de casa abia cura de revedere spesso le camere come stanno per esserli uno stimolo al vivere politi e senza fetore. Pulita la guardaroba, tenuta netta da polvere et guardata da legname che genera cimice et altre brutture>. La biblioteca poi che <non la sia humida et guardarla da tignole, vermetti et omne altra cosa nociva et da le mani de inepti et ignoranti, immundi et stomacosi>. Federico è molto ospitale.
L’ospitalità. Gli ospiti importanti venigono alloggiati a palazzo:<che stiano larghi in li letti et de boni panni de lino et spesso mutare le tovaglie, proporli boni barbieri et provisti spesso d’aqua da lavarli li pè et offerte colationi ultra li pasti ordinari …>. Per gli ospiti di minor riguardo sono previste <solo le spese senza le careze> e sono alloggiati in edifici vicini al palazzo. E si potrebbe continuare.