Martedì prossimo 9 luglio la comunità di Mercatello sul Metauro e, di riflesso, l’intera arcidiocesi di Urbino – Urbania – sant’Angelo in Vado sono in festa per la ricorrenza liturgica di Santa Veronica Giuliani. Il ricco programma di preparazione prevede, il 6-7-8 luglio, un triduo di preparazione nella casa di santa Veronica che è divenuto il monastero delle Clarisse Cappuccine, con questi appuntamenti: alle 17 la preghiera del rosario ed alle 18 la santa messa con la meditazione di p. Damiano Angelucci, Cappuccino. Martedì 9, sempre nel monastero, saranno celebrate le sante messe ogni ora dalle 6 alle 10 ed alle 18 sarà cantato il vespro. Nella Pieve Collegiata sarà celebrata la messa parrocchiale delle 11; alle 20.45 il solenne pontificale, presieduto dall’Arcivescovo mons. Sandro Salvucci e concelebrato dai sacerdoti della zona, cui seguirà la tradizionale processione per le vie del paese con la statua e la reliquia della santa. Presteranno servizio il coro polifonico Icense e la Banda Musicale cittadina.
Veronica Giuliani, al secolo Orsola, nacque a Mercatello il 27 dicembre 1660, ultima figlia di Francesco Giuliani e Benedetta Mancini. La mamma era originaria della viciniore cittadina di sant’Angelo in Vado: per questa ragione i fedeli vadesi sono ancora oggi molto legati sa santa Veronica e proprio per questo legame, anche a sant’Angelo, la ricorrenza del 9 luglio gode del grado di solennità (come a Mercatello). Entrò nell’ordine delle Clarisse cappuccine nel 1677 a 17 anni nel monastero di Città di Castello dove vivrà per tutto il resto della sua vita e alla quale poi rimase per sempre legata. Il Vescovo del luogo le cambiò il nome da Orsola a Veronica per ricordare la Passione di Gesù; nel 1716 divenne badessa del monastero, dove morì il 9 luglio 1727. Beatificata nel 1804, è stata proclamata santa da papa Gregorio XVI nel 1839. Santa Veronica è considerata fra le più importanti contemplative-penitenti. Il suo modello fu la spiritualità francescana (rappresentata, oltre che da san Francesco d’Assisi, anche da clarisse come Camilla da Varano), intesa come meditazione della passione di Cristo e offerta riparatoria per i peccati degli uomini. Veronica vede nell’effusione di sangue nella Passione e Croce il fine iniziale e il compimento della Incarnazione, e in Maria colei che sola comprese e partecipò più volte agli atroci dolori del Figlio. Deriva così il ruolo di mediatrice e corredentrice di Maria dalla sua sofferenza.