“Nella festa dei santi apostoli Pietro e Paolo ognuno di noi è chiamato a seguire il Signore Gesù risorto nella strada che la vita ci pone dinnanzi secondo la vocazione ricevuta”. Queste le parole del Vescovo Andrea nell’omelia della Santa Messa, venerdì 28 giugno, nella parrocchia di San Paolo Apostolo al Vallato proprio in occasione della festa del santo a cui la chiesa è dedicata.
Allargare gli orizzonti. “La festa di San Paolo – ha proseguito il Vescovo – ci presenta una chiamata davvero importante. Se oggi siamo qui, infatti, è proprio grazie al santo patrono che ha portato il Vangelo oltre i confini di una sola cultura e di un solo rito, rendendo possibile la vita cristiana a tutte le genti. E’ importante, quindi, che nella nostra Diocesi ci sia una parrocchia dedicata a San Paolo. Il Vallato ricorda così il valore della missione di questo apostolo dai tratti universali, capace di valicare i confini per annunciare Gesù al mondo intero grazie a una chiamata a lui rivolta a lui fin dal grembo materno. Il santo patrono invita, dunque, a vincere su ogni costruzione di barriere che possano chiudere la luce del Vangelo dentro un solo modo di fare e una mentalità che a volte si restringono. Paolo – ha proseguito il Vescovo Andrea – ci chiede di allargare gli orizzonti e di poter accogliere, nell’oggi, la chiamata del Signore Gesù a seguirlo, ripensando la possibilità di vivere il cristianesimo nel nostro tempo”.
San Paolo. Il Vescovo si è soffermato, poi, in maniera più specifica sulla vita di San Paolo. “Non so quanti chilometri abbia percorso nei suoi viaggi, sia per terra sia per mare. Certamente ha affrontato numerose avventure e disavventure ed è andato incontro agli uomini e alle donne del suo tempo nelle varie regioni attraversate avendo come unica certezza il vangelo che è stato chiamato ad annunciare. Chiediamo, dunque, a Paolo la capacità di percorrere le vie del nostro tempo con coraggio, determinazione, con la voglia di incontrare le persone e di raccontare la fede in Gesù. Il Signore – ha sottolineato il Vescovo – ha trovato in Paolo un uomo di grande cultura, formato sia nel giudaismo sia nel pensiero greco-romano. In lui – ha messo in evidenza il Vescovo – si fondono insieme più mondi rispetto ai quali si erge la sapienza della croce di Cristo”.
L’ultima parte dell’omelia è stata dedicata a Paolo quale uomo di chiesa, capace di spendersi per il bene delle comunità. Nonostante il suo carattere difficile e scontroso l’apostolo ha sempre preferito ciò che unisce a ciò che divide. Da questo messaggio è stato rivolto ai presenti l’invito a sentirsi membra vive del corpo di Cristo e a mettere i propri carismi al servizio di tutti.