Ecologia ed economia. Queste le tematiche con cui è stato proposto “Francesco Live 2024”, l’iniziativa che ha visto riuniti a Firenze domenica 21 aprile centinaia di ragazzi per guardare al futuro con gli occhi di Francesco di Assisi. I giovani lo hanno fatto attraverso il dialogo con le altre generazioni, come nella serata d’apertura nell’incontro con Roberto Vecchioni. Per il cantautore lombardo, i giovani hanno il dovere di sognare, e li ha invitati a farlo perché i sogni “poco alla volta riescono a raddrizzare il mondo o raddrizzare il peggio e portarlo a essere più vicino al meglio”. Come appunto ha fatto San Francesco, ispiratore dell’evento. Tra i protagonisti anche il cantante pesarese Davide Scavolini a cui abbiamo rivolto qualche domanda.
“Che cosa Francesco d’Assisi può dire a un giovane d’oggi?”: Francesco live è una proposta partita da questa domanda. Cosa dice ancora il santo d’Assisi, cosa è emerso nelle giornate fiorentine?
San Francesco insegna la bellezza dello “spogliarsi” del superfluo, di tutto ciò che ci allontana dalla vera bellezza e dalla pienezza. Ci invita ad andare al cuore delle persone e delle cose, ad alzare lo sguardo per incontrare gli occhi degli altri. Nei giorni speciali di condivisione e di riflessione durante “Francesco Live” è emerso il bisogno da parte dei giovani di prendersi cura di sé stessi, dei propri pensieri, del creato, del fratello e della sorella che camminano al nostro fianco e che troppo spesso evitiamo. “Francesco Live” non è stato un evento, ma una vera e propria esperienza di vita che è diventata una spinta verso un’ondata di bene e di pace di cui il mondo troppo spesso non ci parla. Lavorando nel mondo della scuola e ascoltando giornalmente le fragilità degli adolescenti credo fortemente che San Francesco sia l’uomo di cui tutti abbiano bisogno per fare in modo di non perdersi in un bicchiere d’acqua ma per cercare l’acqua vera, quella che disseta e che ristora dal peso delle ferite e dell’ansia del futuro.
Osare è stato il titolo della serata inaugurale nella quale ha conversato con Roberto Vecchioni e due studentesse di Rondine Cittadella della pace. Come è andata, in cosa occorre osare di più?
Quando ero “occhi negli occhi” con il professore Roberto Vecchioni percepivo la sua cura verso il mondo, la storia, la cultura e la bellezza delle relazioni. Avevo davanti a me uno dei più grandi poeti della storia della musica italiana e nonostante questo mi sentivo a casa. Ci ha parlato dell’importanza di sognare qualcosa di realizzabile per sentirci vivi. Ci ha raccontato la bellezza del perdono, dello spingerci verso la vita e verso l’amore fraterno. Per Vecchioni “Osare” significa anche sbagliare, ma provarci continuamente, invece di restare addormentati su una poltrone aspettando che piova la manna dal cielo. E’ stato un onore ascoltarlo, dialogare con lui, cantare “sogna ragazzo sogna” insieme a lui, raccontargli la mia storia e le mie ferite. Quando mi ha guardato dicendomi “Dio ti ha fatto pensare che gli altri ti volessero bullizzare, poi ti ha fatto vincere.” La sua voce ha risuonato in me come una guarigione, quasi fosse la voce di Dio. Per “Osare” bisogna credere e dare senso agli incontri e alle cose che accadano. Vecchioni dice che i ragazzi dovrebbero avere molti più stimoli, non soltanto terreni ma anche spirituali e invece non ne hanno da nessuno, né dai vecchi, né dalla società, né dal mondo, né dal futuro. Io ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita Fra Matteo Brena, Fra Alessandro Martelli e tutti i frati del convento “monte alle croci” di Firenze perché sono stati per me un ulteriore segno della presenza dell’amore di Dio nella mia vita. Con loro ho avuto la possibilità di sognare cose grandi senza paura. Per questo appena sono tornato a scuola ho raccontato ai miei giovani il viaggio di “Francesco Live”, perché la gioia emanata da Dio non sia solo mia, ma arrivi a tutte e tutti attraverso i miei occhi.
L’ambiente, la cura del Pianeta, i modelli economici sostenibili, temi affrontati in questa occasione, come incrociano il suo lavoro di artista e cantore delle parole?
La musica e l’arte in genere sono ponti importante per la comunicazione e sono estremamente vitali per la condivisione di tematiche essenziali. Nei miei testi parlo spesso della bellezza del creato, del mare, della luna, delle stelle, della bellezza di ballare a piedi nudi sulla sabbia. Penso che siamo fortunati ad essere ospiti della bellezza che Dio ha creato per noi e che abbiamo il dovere di abbracciare il pianeta e amarlo come fosse il gioiello più prezioso. Insieme a a Fra Matteo Brena e ad altri artisti sta nascendo il sogno di scrivere un cantico dedicato al creato. C’è tanto da fare e spero solo nel mio piccolo di riuscire a fare qualcosa di buono per rendere il mondo un posto accogliente e sensibile.
C’è un’immagine, un aneddoto, un’esperienza che può sintetizzare bene questo evento così originale?
Tante sono le immagini che “tengo negli occhi” dopo il “Francesco Live”. Mi hanno emozionato i giovani che sono venuti in lacrime ad abbracciarmi dopo aver ascoltato le mie parole, l’abbraccio con il professore Roberto Vecchioni mentre cantavamo insieme, i tanti messaggi ricevuti, le persone che cantano le mie canzoni a Santa Maria Novella, l’accoglienza e la gentilezza dei frati, il mio cuore che batteva fortissimo e gli occhi lucidi che ho incontrato. Si può sognare insieme, non rincorrendo le luci che abbagliano, ma tenendo accesa quella luce che Dio ha messo in me, nei miei fratelli e nelle mie sorelle.