Il pianto di Gesù su Gerusalemme è stato il filo conduttore dell’omelia del Vescovo Andrea, giovedì 23 novembre, nella Santa Messa in Cattedrale, alla presenza delle autorità civili e militari, in occasione della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma.
“Il Vangelo di oggi – ha esordito il Vescovo – ci presenta il pianto di Gesù su Gerusalemme che non ha compreso la via della pace. Il pianto di Gesù è il pianto di un’umanità lacerata dalla violenza e dalla guerra ed è il pianto che deriva dal rifiuto del Vangelo della pace. Gesù, oggi, raccoglie le lacrime di coloro che sono afflitti, che perdono i propri cari, che soffrono a causa della violenza. Nello stesso tempo, Egli percorre la via della pace e ci invita a seguirlo, a fidarci di Lui con un carico di speranza che deriva dalla sua morte e risurrezione. Siamo chiamati, con i nostri occhi purificati dalle lacrime, a vedere una Pasqua di luce anche in mezzo alle tempeste che stiamo vivendo in questo tempo. Il lezionario propone, in questi giorni, la lettura del libro dei Maccabei e, oggi, in particolare, un momento molto significativo come la rivolta di Modin che, di fatto, diede il via alla resistenza contro il dominatore straniero Antioco Epifane nel II secolo d.C.. Tale libro – ha sottolineato il Vescovo – chiede di essere letto con le giuste chiavi interpretative perché, da una parte, fonda un certo tipo di nazionalismo che produce violenza, conflittualità, un libro che rappresenta un monumento dei martiri che hanno reagito donando la vita contro gli invasori. Da qui a un passo c’è un certo modo fondamentalista, che a noi non appartiene, di intendere la fede. In questo libro possiamo vedere la coerenza dei martiri, ma non possiamo accettare la violenza dei martiri. I martiri donano la vita, ma porgono l’altra guancia, non reagiscono con una collera che produce morte. Non possiamo accettare un martellamento sulle nostre vite e su quelle dei nostri fratelli fatto di violenza. Ben vengano i martiri, ma i martiri della pace e non quelli che fomentano l’odio”.