La rivista della Società pesarese di studi storici, “Studi pesaresi”, è succeduta nel 2012 a “Pesaro città e contà” e ha di recente ottenuto dall’Anvur (l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) il riconoscimento di ricerca scientifica. Il n. 11 di “Studi pesaresi”, appena uscito, presenta un’importante novità: è un ebook, cioè un’edizione digitale, con una tiratura cartacea di pochi esemplari riservati agli scambi con biblioteche, archivi di Stato e società di Storia patria. L’ebook viene spedito per email ai soci; per diventare tali si consulti il sito della Società pesarese di studi storici (www.spess.it) alla cortina “Come aderire”.
Miscellanea. Il n. 11 di “Studi pesaresi” è un miscellaneo con 18 articoli, che affrontano temi diversissimi della storia di Pesaro e della provincia. Apre la serie Francesco V. Lombardi proponendo un saggio sull’ambiente urbano e le chiese pesaresi del VI secolo fra Bizantini o Goti: le tracce sono indiziarie ma la grande competenza dell’autore ricostruisce la trama di chiese ariane e cattoliche a Pesaro e dintorni avanzando fondate ipotesi sulla realtà della città tardoantica. Francine Daenens ha scovato nell’Archivio Capitolino di Roma la presenza di un notaio pesarese del XVI secolo, che trasferendosi nella Città eterna si è portato dietro i suoi rogiti, tramite i quali si aprono scorci impensati di vita quotidiana. Giorgio Benelli studia una contesa tra Gianfrancesco Mamiani, ultimo conte di Sant’Angelo in Lizzola, e Andrea Perticari, padre di Giulio, che in quel castello ha cospicui beni, e risolve il dubbio se possano due galli vivere nello stesso pollaio (la risposta è no, non possono).
Villa Marina. Elena Paoletti studia un fenomeno otto-novecentesco, la moda dei bagni di mare e il sorgere delle colonie marine a Pesaro dalle origini al fascismo, il cui lascito maggiore è Villa Marina, dal destino oggi incerto, ma anche la Gioventù italiana del Littorio, che oggi ospita l’Alberghiero, e la colonia Sacro Cuore. Un saggio di Sofia Ciaroni riguarda Villa Imperiale, il bell’edificio sui colli pesaresi che non finisce mai di offrire enigmi e nuove scoperte, qui studiati comparando due documenti di metà Settecento. Aurelio Cevolotto indaga invece personalità, cultura e ideologia di Giovan Battista Passeri, uomo di governo, giurista, accademico versato all’antiquaria. Maria Chiara Mazzi ha invece indagato un Olivieri “minore”, Vincenzo, che a differenza dello zio Annibale predilige professionalmente la musica ed è infatti compositore, salterista, accademico e polemista. Iacopo Benincampi mette a frutto alcuni accurati studi nell’archivio romano del Buon governo per ricostruire una notevole serie di lavori pubblici che Pesaro affrontò dopo il 1815, dal “porconotrofio” alle strade. Enrico Fuselli ricostruisce il profilo dell’amministrazione doganale pontificia nell’intera delegazione di Urbino e Pesaro, fino alle soglie dell’unità nazionale.
Campagna di Russia. Luca Purchiaroni traccia il profilo biografico di un pesarese caduto a Mentana, Terenzio Geminiani (la città gli ha dedicato una via), che si scopre essere stato anche un musicista e maestro di cappella. Alberto Venturati propone uno studio su padre Alessandro Serpieri, direttore dell’Osservatorio di Urbino, che descrive certi fenomeni – le nebbie secche – avvenuti in quell’area verso il 1872. Glauco Maria Martufi offre un vasto saggio sulle ferrovie marchigiane, costruite nel difficile territorio regionale, e in particolare sulla ferrovia metaurense di cui ancora si discute. Edmondo Luchetti trae dall’archivio parrocchiale di Piobbico una cronachetta del 1814, con cui in un latino rotondo l’arciprete descrive la campagna di Russia appena finita e le conseguenze del collasso napoleonico anche in Appennino. Luisa Fontebuoni illustra il progetto e le vicende che nel 1927 trasformarono la chiesa di Sant’Ubaldo in cappella dei caduti.
Chiesa S. Nicolò. Grazia Calegari si sofferma sulla ex chiesa di San Nicolò, che in antico diede nome a uno dei quartieri di Pesaro, sulle successive vicende e sugli affreschi che ancora campeggiano sul soffitto. Giorgio Aceto rievoca le vicende del convento del San Bartolo nel difficile momento del passaggio del fronte, nel 1944. Infine due saggi introducono alle “nuove frontiere” digitali con cui la Storia oggi si confronta: uno è di Angela Maria Bocci Girelli, che recensisce due webinar su imprese e manifatture preindustriali svoltisi durante la pandemia; l’altro di Giulia Spallacci, che presenta il Codice diplomatico adriatico, un database digitale finalizzato a mettere in rete i diversi centri di conservazione (biblioteche e archivi) nelle due sponde adriatiche, condividendo pergamene, trattati, regesti e studi. Tra le future attività del sodalizio si segnalano i prossimi atti del convegno su Giulio Perticari, svoltosi lo scorso ottobre, e la pubblicazione nella collana “Asterischi” degli esiti di una ricerca sui profughi giuliano-dalmati confluiti a Pesaro nel dopoguerra.