Cari fedeli, sono molto colpito dalla devozione e dal profondo attaccamento della città di Pesaro nei confronti della Madonna delle Grazie. Per la prima volta mi troverò a vivere insieme con voi la tradizionale “Festa del Voto”, rinnovando la gratitudine verso la Madre di Dio per la protezione ricevuta dai pesaresi dal pericoloso contagio del colera nel 1855. Ci potremmo chiedere quale significato può assumere per noi oggi una festa come questa. Non è forse vero che la scienza e la tecnica sono capaci di farci conseguire quel benessere e quella protezione che una volta venivano ricercati nella preghiera? Ha senso per l’uomo moderno affidarsi a Dio, o chi per lui, per ottenere vita e salute o non dovrà piuttosto affidarsi alla medicina e ai mirabili progressi della scienza? Fiducia nel progresso tecnico-scientifico e fiducia nel divino sembrano essere in contrapposizione. D’altra parte – come la stessa pandemia ha messo a nudo – dobbiamo fare i conti con i limiti della scienza e i suoi fallimenti, incapace di assicurarci un futuro felice. Quando il piano “naturale” esaurisce le sue possibilità ci si rivolge al piano “di sopra”, quello “soprannaturale” appunto, e la preghiera appare come “ultima spiaggia” per esorcizzare la paura e aggrapparsi a una speranza che va “oltre”. Ma è proprio così? La prospettiva della fede, secondo me, è un’altra: non è l’assicurazione sulla vita, ma la possibilità di scoprire un senso che accompagna la vita dell’uomo, nel bene e nel male, e il senso dell’uomo è la fede in Gesù Cristo. Trovo molto significative le seguenti parole dell’apostolo Paolo: “Nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro:… il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio (1 Cor. 3,21-23).
La “Festa del Voto” è l’invito che ci rivolge la Madre di Gesù di Nazareth – la Madonna delle Grazie – a riporre la nostra speranza in Cristo. Ricordiamo che è stata proprio lei nelle nozze di Cana a salvare la festa mettendo in connessione l’azione di Cristo con l’agire dei servi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv. 2,5). La Grazia consiste proprio nella scoperta della connessione – dono gratuito – tra Cristo e l’uomo. Il mio augurio è che la Festa che ci apprestiamo a vivere ci aiuti tutti ad allargare lo sguardo del cuore perché, accompagnati da Maria e fondati nella fede in Cristo, possiamo fare esperienza che – come ebbe a dire lo scrittore Bernanos -: “tutto è grazia”. Dunque, rinnoviamo a Maria il nostro “grazie”!
* Arcivescovo di Pesaro