Gentile Direttore,
ricevo “Il Nuovo Amico” piacevolmente ogni settimana, e continuerò a riceverlo con piacere, per la veste editoriale (non saprei come mantenerla così bella e come riesce Lei a farlo economicamente, ma sinceri complimenti). Seguo con il settimanale la narrazione della vita delle nostre Diocesi, dei movimenti ecc., ma ogni tanto dissento da alcuni articoli, come, penso, ogni lettore sia legittimato a farlo. Dall’editoriale del 3 luglio prossimo intitolato “Deporre le armi” non dissento, ma mi sono “scandalizzato”. E come l’autore declina in alcuni punti la sua opinione circa la tesi che per conseguire una pace più rapida tra Ucraina e Russia sia nel non inviare più armi da parte della NATO al primo Paese, e quindi senza partecipazione dell’Italia, anch’io vorrei replicare.
Parto da lontano e arrivo rapidamente al vicino:
1) Ricordo che Pio XII non ricevette il nostro Primo Ministro De Gasperi e la moglie in occasione di un loro 30° anniversario di matrimonio e per i voti da suora della loro figlia Lucia, per avere lo stesso De Gasperi avversato il suggerimento della Segreteria di Stato di allora, di unirsi con la destra alle elezioni comunali di Roma, comunque vinte dalla DC.
2) Oggi il Primo Ministro Draghi ha ribadito, alla stampa la libertà laica dello Stato, insieme ai Primi Ministri del G7 di fornire armi all’Ucraina “sennò la guerra non finirà”. Ma non ci si crede. Si crede all’ antiamericanismo.
3) Perché una volta tanto, non seguire come italiani (un governo al 90% di deputati favorevole alle sue iniziative) cosa dice un Presidente del Consiglio, tra l’altro educato in ambiente cattolico?
4) Ho l’onore di avere un figlio militare, del quale purtroppo non posso fornire il percorso professionale, ma si vergognino quelli che non pensano neanche che la sicurezza delle loro famiglie dipende da loro (vedi terrorismo, ecc).
5) Un bacione a Suor Francesca, missionaria in Nigeria, francescana di clausura, che firma l’articolo in capo alla pagina dove sta l’editoriale di cui discutiamo. Ci conosciamo per alcune vicende passate, ma, guarda caso, lei non menziona americani, russi o cinesi, o altri che ci sono laggiù in Africa. Una lezione per gli anti-americani ogni tanto emergono dalle nostre parti.
6) Svezia e Finlandia, dopo le aggressioni all’Ucraina sono dei paesi “scemi” che richiedono la copertura NATO? È accettata una incerta correzione fraterna? O chi dissente è anti-religioso?
Massimo Gunelli
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Gentile dottor Gunelli grazie per la sua lettera. Come vede è ben accettata la sua “correzione fraterna” ma con una doverosa premessa prima di lasciare la parola per la risposta all’autore dell’editoriale da lei chiamato in causa. Il pezzo firmato da Gabriele Darpetti è perfettamente in sintonia (non ideologia) non solo con la nostra linea editoriale, ma col pensiero di Papa Francesco che più volte si è espresso sull’argomento anche se censurato dai “grandi” media. Sono di pochi giorni fa le sue parole, passate ancora una volta in sordina, e che riporto fedelmente: «mi appello ai Capi delle nazioni e delle Organizzazioni internazionali, perché reagiscano alla tendenza ad accentuare la conflittualità e la contrapposizione. Il mondo ha bisogno di pace. Non una pace basata sull’equilibrio degli armamenti». Mi pare una posizione alquanto chiara. Lei si dice “scandalizzato” da ciò che abbiamo pubblicato ma le domando: non la scandalizza altrettanto il fatto che da una parte inviamo armi per aiutare l’esercito ucraino a combattere e dall’altra versiamo miliardi di rubli per comprare il gas e petrolio russo finanziando così la guerra del Cremlino? La saluto molto cordialmente ricambiando la stima che ha voluto cortesemente esprimere verso “Il Nuovo Amico” nell’incipit della sua lettera.
(Roberto Mazzoli)
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Gentile dott. Gunelli,
a proposito del mio articolo “deporre le armi” ed alla sua lettera di risposta, ci tengo a dirle che:
1) In un argomento così delicato e con tantissime sfaccettature, a volte difficili da considerare per mancanza di conoscenza diretta, è legittimo che ci siano diverse opinioni. Pertanto non pretendo di “rappresentare” la posizione dei cattolici, ma certamente una delle posizioni di una parte del mondo cattolico, in piena coerenza con quanto ha ribadito in più occasioni Papa Francesco;
2) Non c’è nessuna posizione ideologica, e neanche dell’antiamericanismo, ma la constatazione pratica che uno dei pochi Paesi che traggono vantaggio da una guerra che durasse ancora parecchi mesi, sono certamente gli Stati Uniti, anche perché la guerra non si combatte a casa loro e perché non subiscono le nostre conseguenze dalle sanzioni né attive né passive;
3) non sono così sicuro che il nostro Governo attuale, chiunque esso sia, stia rispettando i dettami della nostra Costituzione che all’art. 11 recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, quindi lo scetticismo è ben lecito, e il senso di fedeltà va riposto nello Stato, e quindi nella Costituzione, prima ancora che nel Governo in carica;
4) l’obiettivo dell’articolo era aprire un confronto, aperto, sincero, ma pacato e rispettoso di tutte le posizioni, per abituarci al pluralismo che contraddistingue una democrazia matura, e che certamente avrebbe avuto bisogno di un supplemento di analisi, che le dimensioni giornalistiche di un articolo leggibile, non hanno consentito.
5) massimo rispetto per i nostri militari impiegati per la difesa dei nostri valori, soprattutto quando sono impiegati all’interno dei confini dello Stato, o in “evidenti” missioni di pace al di fuori dei nostri confini, e non per altri scopi.
Gabriele Darpetti, direttore ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Fano