Pesaro – Sabato 14 maggio l’arcivescovo Sandro Salvucci ha conosciuto per la prima volta la casa di riposo diocesana “Padre Damiani” gestita dall’associazione San Terenzio-Opere per il sociale. Nella stessa mattinata si è poi recato a far visita alla Nuovo Scuola sempre in viale Napoli.
Anziani. Il Consiglio di amministrazione dell’associazione San Terenzio e il suo presidente Francesco Bartolucci hanno accolto monsignor Salvucci in cortile, quindi il nuovo arcivescovo si è recato nel salone dove si è presentato agli ospiti, raccontando loro la sua storia e di come fosse passato dalla vita del parroco di poche settimane prima a questa speciale chiamata. «La sua affabilità e il suo sorriso hanno subito dissolto quel velo di timore e di soggezione che avevano preceduto la sua conoscenza – spiega la direttrice di Casa Damiani Angela Polselli – tanto che dopo pochi minuti uno dopo l’altro i nonni gareggiavano in alzata di mano per potere avere un saluto personale e per poter affidargli messaggi di saluto da recapitare ai loro rispettivi parroci: “Mi raccomando quando vedrà il mio ‘don’ gli dica che lo saluto tanto». Felici e commossi della conoscenza reciproca l’incontro si è concluso con un arrivederci al mese di luglio per la celebrazione della S. Messa in occasione del 25° anno di vita della Casa di riposo, sognata da Padre Damiani, affidata inizialmente alla direzione del diacono Cesare Ceccolini e inaugurata da monsignor Gaetano Michetti il 13 luglio del 1997.
Giovani. “Benvenuto arcivescovo don Sandro!” È questo lo striscione colorato con cui “La Nuova Scuola” ha accolto monsignor Salvucci. Cordiale e sorridente l’arcivescovo ha visitato tutti i livelli della scuola, a partire dalle stanze giocose del nido e dell’infanzia, per poi salire dai bambini della primaria, passando per i ragazzi della scuola media “Campanini” fino ai due licei: il classico “Storoni” e lo scientifico “Piccinini”. «Mi è arrivata la passione con cui fate Scuola – ha detto – fate un grande lavoro di accoglienza e di bene». A chi gli chiedeva qualcosa della sua vocazione l’arcivescovo ha risposto che sin dall’età di 9 anni aveva nel cuore il desiderio di fare il bene e ha trovato nella Chiesa e nel sacerdozio la possibilità di realizzare questa sua aspirazione. «Ma tu sei felice?», gli ha chiesto un bambino musulmano della primaria. «Sì, certo», la risposta di monsignor Salvucci che poi ha augurato ai ragazzi di terza media, entusiasti della gita appena conclusa, di conservare sempre la curiosità che apre alla conoscenza. «Non andrei mai via di qui», ha detto lasciando le aule, dopo aver incontrato i maturandi e ascoltato i loro progetti per la futura scelta universitaria. Li ha incoraggiati, ricordando loro che la maturità è sì il punto finale di un percorso, momento che ora fa paura, ma che poi guarderanno con il sorriso e come l’inizio di una nuova avventura.
Gioia. Dopo la foto con gli oltre 400 tra studenti, docenti e collaboratori de “La Nuova Scuola”, l’arcivescovo con lo sguardo festoso ha detto: «La visita di oggi alla casa di riposo ed ora qui con i giovani studenti è stata come vedere unite le radici e le ali. Mi avete fatto proprio un bel regalo oggi!». Un regalo reciproco, come si leggeva negli occhi di tutti, anche dei 19 bambini e ragazzi ucraini, ospiti della Scuola di Viale Napoli. Infine i saluti con la promessa di vedersi alla festa finale de “La Nuova Scuola” il 4 giugno e continuare un sincero rapporto di amicizia e dialogo. «Grazie, don Sandro!».