“Don Sandro”
arcivescovo e scout
Intervista
DI SARA PASQUALI* E FEDERICO VENTURINI**
In occasione del “San Giorgio” (vedi articolo sopra), ci siamo fatti raccontare alcuni tratti di “don Sandro” da qualcuno che lo conosce bene: i Capi del gruppo scout Montegranaro 1, di cui l’attuale arcivescovo di Pesaro è stato per molti anni assistente ecclesiastico.
La sua fama di camminatore ha preceduto don Sandro al suo arrivo a Pesaro. Da scout a scout: che cosa ha messo nel suo zaino? Cosa si è portato a Pesaro e cosa ha lasciato a Montegranaro?
Da bravo scout, nel suo zaino ha messo solo l’essenziale: tante esperienze fatte e tanti volti incontrati durante i sette anni di cammino a e con Montegranaro. Con il nostro gruppo scout, ha conosciuto e condiviso il metodo e i valori dello scautismo. A noi ha lasciato il ricordo di un uomo sempre pronto a spendersi e a mettersi in gioco.
Un altro elemento che ci ha colpito è stato lo stemma episcopale che don Sandro ha scelto: rosso come il colore dei Rover e delle Scolte, e il riferimento all’Inno alla Carità di S. Paolo, loro patrono. Un arcivescovo Rover?
“Don Sandro” è decisamente un Rover! È stato l’assistente ecclesiastico di tutto il gruppo scout, ma è forse con il Clan (la comunità dei Rover e delle Scolte, i ragazzi fra i 17 e i 21 anni) che ha potuto spendersi di più. Da grande camminatore, non si è fatto spaventare dalle Route, ovvero i campi mobili. E in Clan, una delle parole chiavi è senz’altro “servizio”, che è sinonimo di carità. Nei momenti di confronto, anche preparando le attività, le sue parole ci sorprendevano per quanto “scout” suonassero. Con lui era facile rendersi conto che lo scautismo si fonda sull’amore cristiano.
Potete raccontaci qualche avventura che avete condiviso con lui nel gruppo Montegranaro 1?
Una delle più emblematiche è sicuramente avvenuta nella Route del 2016 sul Gran Sasso. Dopo aver pranzato, dovevamo rimetterci in cammino imboccando un sentiero difficile da individuare, perché nascosto tra i rovi. Don Sandro si armò di coraggio e aprì il sentiero per qualche centinaio di metri, prendendosi tutte le spine che ci ostruivano il passaggio. Non aveva paura, o forse, metteva da parte la sua paura per guidare i ragazzi. Camminava spesso davanti, ma capitava anche che chiudesse la fila, dove si sa che vengono fatti i discorsi più profondi.
A Pesaro la percezione è quella di aver ricevuto un dono prezioso, un pastore attento agli ultimi (verso cui ha avuto subito parole di conforto), e ai giovani, con cui c’è stato un ideale passaggio di testimone fra Montegranaro e Pesaro, durante l’incontro con il Papa a Roma il Lunedì dell’Angelo. Cosa possono aspettarsi da lui i bambini e ragazzi scout e in generale i giovani di Pesaro?
Don Sandro si mette in gioco, si sporca le mani, è un uomo profondo, ma non complicato. Ride ad alta voce, canta ancor più forte, cammina. È questo che lo avvicina ai giovani. A Montegranaro, soprattutto nell’ultimo periodo aveva un’agenda fittissima, ma aveva sempre tempo per una chiacchierata faccia a faccia, non su WhatsApp. È un padre che sa ascoltare e sa divertirsi insieme a te.
Dalle vostre zone non fate che mandare vescovi a Pesaro: Piero Coccia da Ascoli e prima ancora Gaetano Michetti da Corridonia. Come possiamo contraccambiare?
Potreste mandarci qualche prete! (ridono) La nostra zona mette alla prova la vocazione e la costanza dei nostri presbiteri e forse per questo poi vengono da voi a fare i vescovi, ora però abbiamo degli ammanchi e se avete sacerdoti da mandarci con carismi simili a quelli che vi abbiamo mandato li accoglieremo volentieri. Sicuramente potete ricambiare trattando monsignor Sandro come lo abbiamo trattato noi, con amore e rispetto.
Faremo del nostro meglio per custodire questo dono con cura! Avete qualche ultima raccomandazione?
Mandatecelo in visita a Montegranaro qualche volta, oppure invitateci e organizziamo una Route insieme, così che possiamo condividerlo! Buona Strada con don Sandro!
* AGESCI Montegranaro 1 / ** AGESCI Pesaro