Fano
di Redazione
Nel rispetto delle norme anti – Covid vigenti, quest’anno il Triduo Pasquale si è potuto celebrare in presenza (per coloro che non hanno potuto le celebrazioni del Triduo e la Santa Messa di Pasqua sono state trasmesse in diretta su Fano TV). “Osservo in tanti, tantissimi presbiteri – ha sottolineato il Vescovo Armando nella Santa Messa Crismale celebrata giovedì 1 aprile in Cattedrale – la contentezza di esserci, una gioia nell’intimo e una gratitudine a Dio per il dono del sacerdozio, un grande amore per la propria gente, la resistenza nelle prove, non di rado anche un eroismo e una speranza che sono chiaramente dono dello Spirito. La gioia si rinnova quando viviamo in fraternità. Le circostanze della vita possono renderci tutti più vulnerabili e fragili, per questo rinnovo come Vescovo la mia disponibilità e la mia presenza accanto a voi”. Nella celebrazione del Venerdì Santo il Vescovo ha preso in esame il significato della croce. “La Croce è simbolo dell’unità di tutti gli opposti. Nella Croce noi vediamo tutto ciò che incrocia continuamente la nostra vita. La vista della Croce è colma della certezza che tutto quello ci si mette di traverso non ci spezza, ma ci apre al mistero di Dio, al mistero dell’amore di Gesù che giunge a compimento sulla Croce”. Nella Veglia Pasquale, che si è aperta con l’accensione e la benedizione del fuoco, il Vescovo ha messo in evidenza come la veglia stessa “ci fa ripercorrere il meraviglioso viaggio spirituale che va dalla creazione fino alla risurrezione di Gesù”.
Domenica 4 aprile, Santa Pasqua di Risurrezione, il Vescovo Armando ha presieduto la Santa Messa in Cattedrale. “Vorrei che la Pasqua fosse sentita soprattutto come un invito alla speranza anche per i sofferenti, per le persone anziane, per tutti coloro che sono curvi sotto i pesi della vita, per tutti gli esclusi dai circuiti della cultura predominante, che è, ingannevolmente, quella dello “star bene” come principio assoluto. Vorrei che il saluto e il grido che i nostri fratelli dell’Oriente si scambiano in questi giorni, “Cristo è risorto, è veramente risorto”, percorresse le corsie degli ospedali, entrasse nelle camere dei malati, nelle celle delle prigioni; vorrei che suscitasse un sorriso di speranza anche in coloro che si trovano nelle sale di attesa per le complicate analisi richieste dalla medicina di oggi, dove spesso si incontrano volti tesi, persone che cercano di nascondere il nervosismo che le agita”.