Curata dal direttore Luigi Gallo e dagli storici dell’arte Anna Maria Ambrosini Massari e Yuri Primarosa, l’esposizione è organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma e ospiterà nelle sale, dal 22 maggio al 12 ottobre, ben 54 dipinti
Dopo il grande successo ottenuto nel 2024 con la mostra dedicata a Federico Barocci, alla Galleria Nazionale delle Marche fervono i preparativi per una nuova importante esposizione. Il 22 maggio aprirà a Palazzo Ducale la mostra “Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma”.
Opere. Iniziano a trapelare alcuni dettagli di come sarà l’esposizione: “Prima mostra su di lui a Urbino, città che il giovane Cantarini frequentò, – spiega Gallo – la mostra sarà anche occasione per celebrare l’ingresso nelle collezioni di Palazzo Ducale di un nucleo di opere in deposito del pittore che si aggiungono ad alcune già entrate anni fa, parte grazie al Ministero, parte della Cassa di Risparmio”. Ma soprattutto i visitatori avranno modo di scoprire un pittore troppo poco noto dal grande pubblico. Giovane pesarese di belle speranze, giunse a Bologna poco più che ventenne, verso il 1631, alla bottega di Guido Reni. Poi, è ipotizzabile un periodo romano, suggerito dalla repentina fioritura del suo stile in senso naturalistico, con un approccio ‘barocco’ abbastanza evidente. Lo evidenzieranno le numerose opere riunite in mostra, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutta Europa, con un nucleo importante generosamente concesso dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, che conservano diverse sue opere, prima fra tutte il ‘Ritratto di Antonio Barberini junior’ di recente acquisizione (2021), un tempo attribuito al pennello di Bernini.
Capolavori. La mostra sarà aperta fino al 12 ottobre. Le decine di dipinti racconteranno un artista più noto all’estero che in Italia, e ingiustamente. “Guardando i capolavori giovanili presenti in mostra – spiegano i curatori – come la Sacra Famiglia con Santa Caterina da Siena, di Banca Intesa, la pala coi santi Barbara e Terenzio, protettore di Pesaro, eseguita per la sua parrocchia o l’Immacolata oggi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, sono già evidenti già i frutti di una ricca e variegata educazione. Non per niente la più importante fonte per Simone Cantarini, il bolognese Carlo Cesare Malvasia, afferma che quando giunse alla scuola di Guido Reni, attorno al 1635, era già un pittore fatto e formato, che si fingeva inesperto per poter carpire i segreti del grande maestro. Un tratto della sua particolare e controversa personalità”.
Prestiti. Tanti gli scambi di opere che giungeranno da musei e collezioni sparse da tutta Italia: a Urbino si potranno ammirare la Sacra Famiglia con libro e rosa di collezione privata pesarese; i sublimi ritratti di Eleonora Albani Tomasi di Banca Intesa o quello di Gentiluomo e gentildonna con rosario, della Cassa di Risparmio di Bologna, o ancora la potente copia del Sant’Andrea della Galleria di Palazzo Pitti e del Rinnegamento di Pietro di collezione privata pesarese. Insomma, un’altra mostra da non perdere, che precederà di una sola settimana la riapertura in grande stile dell’appartamento del Duca che è ora in fase di totale restauro e riallestimento.