Libertà e responsabilità sono state le parole chiave che hanno fatto da filo conduttore all’Assemblea Pastorale Diocesana che si è tenuta domenica 30 marzo al Centro Pastorale e che ha avuto come tema “Per un Giubileo della concretezza, in carovana per co-costruire il nuovo nel pomeriggio del Cristianesimo”.
Giubileo come evento. Dopo un momento di preghiera iniziale, la parola è passata al relatore Massimiliano Colombi, docente di sociologia presso l’Istituto di Scienze Religiose “Redemptoris Mater” delle Marche, il quale si è soffermato sul tema del Giubileo. “Noi non raccogliamo ciò che seminiamo – ha esordito Colombi – ma ciò di cui abbiamo avuto cura perché questo ci pone già davanti a un bivio: il Giubileo come evento o il Giubileo come postura? Il Giubileo come evento incrocia tante preoccupazioni: si mobiliteranno più persone dell’ultimo giubileo? Avremmo la possibilità di sembrare una Chiesa ancora più grande di quella precedente? Gli organizzatori saranno stati più bravi? E’ la tentazione del Giubileo come evento che è la tentazione della forza anche comunicativa della Chiesa la quale nasconde, forse, una certa fragilità. Allora sarà importante sentirsi dentro un percorso, una cornice, un’atmosfera, ma più per ritrovarci che per mostrare. Chiediamoci se Giubileo sia una manifestazione di potenza perché siamo tanti o di rilancio di una disponibilità al servizio”.
Giubileo come postura. Colombi si è, poi, soffermato sul Giubileo come postura. “Non conta solo ciò che stiamo seminando – ha ribadito – ma la responsabilità di come ci prendiamo cura di ciò che abbiamo seminato. Esiste, infatti, il coltivare, ma anche il custodire”. Ha parlato, in seguito, di alcune immagini/parole chiave come carovana e Giubileo della concretezza. “La carovana non ha la pretesa di selezionare, è incontro ed esperienza di relazione tra diversi che, a volte, possono far fatica a convivere. La carovana ha anche la caratteristica di non lasciare indietro nessuno e ci indica, così, qual è il passo sostenibile per tutti. La carovana ha bisogno di persone che si spingono oltre i suoi limiti, che perlustrano territori sconosciuti, che provano a mettere al servizio della carovana le proprie intuizioni, le proprie capacità, i propri incontri, i propri saperi. Nella carovana si fa esperienza concreta di come la libertà e la responsabilità possano convivere”.
Giubileo della concretezza. Il professor Colombi ha parlato, poi, del Giubileo della concretezza ovvero come il Giubileo si confronta con i diversi temi che riguardano la quotidianità delle persone come il lavoro, l’accoglienza, le relazioni. “Il rischio è che questo Giubileo diventi un grande lavoro sul nostro essere Chiesa mettendo, invece, in terzo piano la concretezza della vita quotidiana. Deve diventare il Giubileo dei luoghi di vita”.
In conclusione, prima della preghiera dei Vespri, Giovanni Santarelli e Roberta Mei hanno illustrato gli appuntamenti più importanti a cui con il Vescovo Andrea sono chiamati a partecipare, a Roma fino al 3 aprile, in occasione della seconda assemblea sinodale.