Martedì 1° aprile nella chiesa delle Clarisse Cappuccine a Mercatello è stato presentato il volume di don Romano Piccinelli. L’incontro è stato reso ancor più accattivante dal serrato dialogo tra l’autore e lo storico don Andrea Czortek
Una “vera alpinista ardimentosa dello spirito”, che “trova amore e gioia attraverso il dolore, lo spasimo di ogni ora, di ogni istante!”; una “anima di apostola” che (…) non potrà essere compresa dai più”. Orsola, la piccola nata con “l’istinto della pietà, con il gusto delle cose del cielo, con il cuore traboccante di affetto, con la brama irresistibile di amare e d’essere amata da Gesù”. Basterebbero questi pensieri, tratti da una biografia del 1951 a cura di Raffaello Cioni, per inquadrare l’eccezionale esperienza esistenziale, umana ed ecclesiale di santa Veronica Giuliani. Tuttavia, la definizione più efficace, che contempla anche l’esperienza nuziale e mistico-pensale della Santa di Mercatello sul Metauro, è quella del direttore del Centro Studi “Santa Veronica Giuliana”, don Romano Piccinelli, che dà anche il titolo a un suo libro del 2011: “Veronica, Sposa intelligente di Gesù”.
L’Amato. Gesù l’ha bramato e amato sin dall’infanzia, Veronica: l’unico grande amore della sua vita, che ha sempre cercato nella letizia della preghiera e del buon esempio, ma anche nelle sofferenze e nelle penitenze che si procurava, sull’esempio di quanto erano soliti fare molti santi di cui amava leggere la vita, in particolare santa Rosa da Lima. Un dono che Veronica scopre per la prima volta a 37 anni il 5 aprile 1697, Venerdì santo, quando riceve le stimmate. Un evento non isolato, che si rinnoverà diverse volte sino alla morte. Finalmente, “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”, scrive Veronica nel suo Diario. Il dolore non è più fisico, ma diventa un “patire con sentimento”.
I segni dell’amore. A questo incredibile prodigio don Romano Piccinelli dedica il libro “Le Stimmate. Francesco di Assisi e Veronica Giuliani”, presentato martedì 1° aprile a Mercatello, nella chiesa del monastero “Sacro Cuore” delle Clarisse Cappuccine. Lo studioso, stimolato dalle domande dello storico don Andrea Czortek, ha accompagnato il numeroso pubblico e le suore, i cui sguardi fieri e curiosi filtravano dalle grate nella penombra della clausura, in un avvincente viaggio alla scoperta della “Grande purificazione” di Veronica, durata vent’anni. «Veronica è colei che ha amato Gesù Cristo in una maniera umanamente la più completa possibile. Le stimmate ci riconducono all’essenziale, a quel momento radioso e fulgido che mette insieme Croce e Resurrezione» riflette don Romano. «Se riusciamo a capire tutto quello che ha saputo subire e superare vittoriosa con amore, confidando nel Signore, e mai in sé stessa, allora Veronica può diventare un aiuto consistente, robusto, amichevole per la nostra vita di fede, di speranza e di carità. Qualcuno di casa che, avendo già percorso la strada che stiamo percorrendo oggi noi, ci insegna il modo in cui amare Cristo», è l’auspicio di don Romano. Nell’anno del Giubileo, l’esperienza mistica di “incontro vivo e personale con il Signore” di santa Veronica possa tenere accesi nei nostri cuori il fuoco del discernimento spirituale e la luce della speranza.