Si è conclusa nella settimana che ci ha condotto alla 5a domenica di quaresima (domenica scorsa) l’esperienza dei centri d’ascolto quaresimali. Un’esperienza di fede e di condivisione della parola di Dio che l’arcivescovo mons. Sandro Salvucci ha chiesto ai parroci di mettere in campo nelle comunità parrocchiali delle diocesi di Pesaro e Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado. I centri d’ascolto in questa quaresima, che sta cedendo il passo alla Settimana Santa ormai alle porte, hanno avuto (usando un’immagine molto evocativa) come trama il Vangelo della domenica (le tentazioni, il fico sterile, il padre buono, la donna adultera); su questa trama si è innestato un duplice ordito: da un lato il commento delle sorelle clarisse di Urbania e dall’altro quanto lo Spirito faceva emergere dal cuore di coloro che vi hanno partecipato.
Quella dei centri d’ascolto è stata, a posteriori, un’intuizione spirituale ed al contempo pastorale davvero felice e lungimirante. Spirituale, in quanto ha un chiaro sapore apostolico: i primi cristiani, infatti, si ritrovavano nelle singole case (non esistevano ancora le chiese!) per spezzare il pane, leggere la Parola ed ascoltare gli insegnamenti degli apostoli. Pastorale, in quanto questa proposta ha ri-messo in moto una grande e positiva circolazione di relazioni all’interno delle nostre comunità, rendendole così vive realmente mosse dallo Spirito Santo. Passata la titubanza iniziale – a motivo dell’esperienza non certo nuova, ma in disuso da parecchi anni – il clima che si è respirato in questi “cenacoli della Parola” è stato di gioia profonda per il ritrovarsi assieme, per la condivisione della Parola, di cordiale letizia di poter edificare ed essere al contempo edificati dai propri fratelli di fede. Non solo, ma possiamo aggiungere lo stupore, la meraviglia nello scoprire che le normali suggestioni di “cristiani comuni” risultavano essere sostanzialmente in linea con l’autorevole commento delle monache (da più parti letto non già come introduzione alla condivisione, ma quale sua sintesi e conclusione).
Ora, in attesa che le chiese giubilari istituite in Diocesi si attivino per proporre la liturgia penitenziale giubilare (con indulgenza plenaria) quale prossima preparazione alla Settimana Santa, da molti sorge una domanda: come continuare e non far morire la bella esperienza dei centri d’ascolto? Una sfida che le nostre comunità, pastori in testa, non possono certo lasciare disattesa.