Per chi è abituato a percorrere strade e piazze cittadine, è facile vedere un ristagno delle attività artigianali e commerciali, mentre l’auspicio comune è quello di un rilancio di tali servizi specialmente nel centro storico
Se per Carlo Bo è la Città dell’anima, Urbino viene anche definita Città Ideale e tale potrebbe-dovrebbe esserlo, nel senso compiuto del termine. Ognuno può avere le proprie idee in proposito: vediamone alcune, peraltro non nuove, precisando che in qualche caso ci sono intendimenti, progetti e opere in corso di esecuzione.
Vie di comunicazione. Cominciamo con la grande viabilità, le strade ed i mezzi di collegamento, perché una città isolata non ha futuro. La superstrada Fano-Grosseto è arrivata fino a Canavaccio di Urbino ed è lì ferma da decenni. A Mercatello sul Metauro si lavora al traforo della Guinza: una sola galleria. Un percorso veloce per Pesaro è una chimera: non lo si è voluto, rendendo impossibile il pendolarismo di quanti si recavano a lavorare nelle aree industriali della costa e costringendoli a lasciare la loro terra. Le proposte di una superstrada per San Marino e Rimini passando per il Montefeltro, antica strada dei Signori di Urbino, non sono neanche state prese in considerazione. Il 20 settembre 1898 è stata inaugurata la linea ferroviaria Fabriano-Pergola-Urbino che sarebbe dovuta proseguire fino a Sant’Arcangelo di Romagna; dopo la seconda guerra mondiale non è stata ripristinata. A quel tempo si andava e tornava dalla capitale in giornata, con partenza alle 4 del mattino e ritorno alle 23,30. Ora non c’è neppure un servizio automobilistico. Così come non c’è un autobus giornaliero per Ancona, sede della Regione e dell’Ospedale regionale. Ad Urbino circolano solo le auto e gli autobus (fortunatamente).
Dentro Urbino. Passiamo alla Città e al Comune. L’economia è in affanno, le attività produttive languono, a cominciare dall’artigianato, salvo eccezioni. Le vecchie, famose botteghe artigiane, vanto di Urbino, offrivano ogni genere di prodotti e gli acquirenti arrivavano da tutta l’area appenninica; oggi, bisogna spesso rivolgersi altrove (il calzolaio viene da Pesaro!). L’artigianato è importantissimo per la vita della città ed è una preziosa e dignitosa attività. Urbino è la culla di chiese bellissime, monumenti straordinari, opere d’arte eccezionali, palazzi imponenti; ce ne sono, tuttavia, diversi da recuperare ed utilizzare: Palazzo Gherardi, già Mauruzi della Stacciola, sarebbe dovuto diventare un Archivio di Stato territoriale; Palazzo Baldi, dove visse il grande umanista Bernardino Baldi, imponente ma fatiscente, potrebbe essere usato in vari modi, per musei, scuole, abitazioni, nonché per qualche ufficio importante per l’eventuale provincia (in questo periodo ci sono dei lavori in corso); laboratori dell’ex Casa di Rieducazione, sotto il Tribunale. Nel cortile tra Palazzo Gherardi e l’ex Monastero di Santa Chiara sono venuti alla luce reperti romani, forse una villa; in via san Domenico si intravvedono resti di un teatro romano; nel cortile dell’ex Seminario c’erano le terme. Da non trascurare il completamento della nuova Scuola del Libro alla Piantata e il restauro dell’antica sede della stessa Scuola in via Bramante, ricca di una prestigiosa biblioteca di oltre 20.000 volumi. E si potrebbe continuare.