Le iniziative partite il 2 Febbraio scorso in occasione della “giornata della vita” sono arrivate a Urbino, passando da Fano e Pesaro. In una sala gremita di giovani universitari, presso i locali del circolo ACLI si è tenuto il primo, dei tre incontri previsti, in cui si è affrontato il delicato tema dell’interruzione volontaria di gravidanza. Relatrice è stata la dott.ssa Laura Lippolis, psicologa e psicoterapeuta, fondatrice dell’associazione AMARE APS.
L’aborto non è solo un tema politico o ideologico, ma è soprattutto una questione intima e personale che coinvolge molti aspetti legati alla salute fisica, psicologica e sociale delle donne. È importante ricordare che esistono alternative all’aborto. La legge 194 garantisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, ma allo stesso tempo prevede una serie di passaggi che devono essere seguiti, con l’obiettivo di dare spazio alla riflessione e al supporto per la donna. Un aspetto fondamentale della Legge è proprio la possibilità per la donna di essere informata su tutte le opzioni che ha a disposizione. In molti casi, conoscere la legge può fare la differenza, dando la possibilità di prendere una decisione consapevole. La legge non impone né favorisce una scelta, ma aiuta a comprendere meglio le implicazioni di ogni decisione, mettendo al centro la salute e il benessere della donna.
Molti studi e testimonianze hanno mostrato che l’aborto, non è privo di conseguenze psicologiche. Alcune donne raccontano sensazioni di colpa, tristezza, ansia e depressione che si sono manifestate in seguito all’interruzione della gravidanza. Ogni testimonianza è diversa, ma tutte hanno in comune un impatto profondo sull’animo di chi l’ha vissuta. Non si può ignorare che l’aborto sia una decisione difficile, che porta con sé pesi psicologici ed emotivi che necessitano di supporto, accompagnamento e comprensione. La vita è e rimane un valore fondamentale, che va difeso dal concepimento fino alla sua fine naturale. Ogni nascita è un’opportunità unica, e la società ha il dovere di fare in modo che ogni persona abbia le risorse, il supporto e le opportunità per affrontare la propria vita in modo dignitoso. Non si tratta di imporre una visione unica, ma di offrire un accompagnamento che metta al centro la dignità della persona e il rispetto per la vita in tutte le sue forme, si tratta di offrire una visione diversa, una diversa opportunità, si tratta di riuscire a vedere l’altra faccia della luna.