Anche ad Urbino, nell’Oratorio dedicato allo sposo della Vergine e plurisecolare sede dell’omonima Confraternita, mercoledì 19 marzo si sono rinnovati con tradizionale solennità i festeggiamenti in onore del Santo
Mercoledì scorso 19 marzo la Chiesa ha celebrato la solennità di San Giuseppe. A questa ricorrenza liturgica si lega la festa del papà cui siamo tutti affezionati, credenti e non. Ad Urbino, in via Barocci, si trova il bellissimo oratorio dedicato appunto a San Giuseppe, cui è collegata la venerata ed omonima confraternita. Per i sodali, che lì da secoli hanno la loro sede, e per tutta la Città Ducale mercoledì si sono rinnovati, con la tradizionale solennità che caratterizza questi eventi, il culto e la devozione a san Giuseppe.
Un po’ di storia. L’Oratorio è sede dell’omonima confraternita, nata agli inizi del XVI secolo ad opera del padre francescano Gerolamo Recalchi da Verona. I primi confratelli si riunivano all’interno di alcuni ambienti del vicino Oratorio di San Giovanni Battista; poi verso il 1503 si sentì l’esigenza da parte della Confraternita di dotarsi di una propria sede. Quindi con la licenza del vescovo Giampietro Arrivabene e i finanziamenti del duca Guidobaldo I da Montefeltro e della moglie Elisabetta Gonzaga si poterono avviare i lavori per la costruzione dell’oratorio, che durarono dal 1503 al 1515. Gli statuti della confraternita vennero stilati nel 1503 e rifatti nel 1553, con l’approvazione del vescovo Felice Tiranni. Intorno al 1550 venne realizzata la cappella del presepe. Tra il 1682 e il 1689, a spese di Orazio Albani, venne completamente ricostruito tutto l’edificio, conservando solo la cappella del presepe. Venne invertito l’orientamento della chiesa. Il nuovo altare, in marmi pregevoli donati dal cardinal Annibale Albani, fu consacrato nel 1729. A fine Settecento venne invece realizzata la cappella dello sposalizio. La confraternita annovera numerosi confratelli e consorelle illustri: artisti, nobili e alti prelati. Molto legata a questa confraternita è la nobile famiglia degli Albani, tradizionalmente devota a san Giuseppe e per questo iscritta al sodalizio con tutti i suoi membri. Molti suoi esponenti elargirono denaro o doni all’Oratorio, in particolare Papa Clemente XI e il cardinale Annibale, che contribuirono a renderla tra le più ricche di Urbino, sia economicamente che artisticamente La principale opera caritatevole svolta dai confratelli consisteva nell’assistere i condannati a morte. Oggi la confraternita affianca agli scopi religiosi altri fini sociali e culturali, in particolare la gestione museale e la conservazione dell’oratorio stesso.
Magistero pontificio. Anche la Chiesa non ha mancato di alzare la voce del suo sapiente insegnamento. Il 15 agosto 1989 san Giovanni Paolo II firmava l’esortazione apostolica Virginis Custos, “sulla figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa”. Papa Francesco, recentemente, nel 2021 ha istituito l’Anno Giuseppino. Scrive nella lettera Apostolica di indizione: «Dopo Maria, Madre di Dio, nessun Santo occupa tanto spazio nel Magistero pontificio quanto Giuseppe, suo sposo. I miei Predecessori hanno approfondito il messaggio racchiuso nei pochi dati tramandati dai Vangeli per evidenziare maggiormente il suo ruolo centrale nella storia della salvezza: il Beato Pio IX nel 1870 lo ha dichiarato “Patrono della Chiesa Cattolica”, il Venerabile Pio XII lo ha presentato quale “Patrono dei lavoratori” e San Giovanni Paolo II come “Custode del Redentore”. Il popolo lo invoca come “patrono della buona morte”».