Conferenza nel Santuario di Ca’ Staccolo sulla Sindone, animata dal dott. Fabio Quadrini, studioso ed esperto sul Sacro Telo
Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Staccolo ha fatto da cornice, nei giorni scorsi, ad una conferenza: “La Sindone e la Risurrezione di Gesù”, tenuta dal Dott. Fabio Quadrini, studioso ed esperto specializzato della Sindone, diplomato in Studi Sindonici presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in Roma. L’argomento ha chiuso una trilogia di conferenze sulla Sindone, iniziata in questo medesimo Santuario nel 2023, con un incontro a tema generale concernente il Sacro Telo, e proseguita nel 2024 con un momento centrato sulla Passione di Gesù alla luce del Venerato Lenzuolo. L’incontro è stato introdotto da don Pietro Pellegrini che ha organizzato l’evento, sostenendo che l’approfondimento della Sindone certamente può aiutarci a predisporci meglio alla Quaresima. Quindi il relatore ha approfondito il Mistero della Resurrezione di Gesù, utilizzando come linea guida tre fili conduttori: l’esame del testo evangelico; l’analisi tecnica della Sindone; il rimando a rilevanti spunti di esegesi della Sacra Scrittura.
Il Sepolcro di Gerusalemme. Nella introduzione, il dott. Quadrini, ha portato in rilievo come nell’Uomo della Sindone si possano ritrovare decisamente tanto i racconti evangelici della Passione e Morte di Gesù, quanto i segni, le tracce della Sua Risurrezione. A partire da questo incipit, l’incontro è entrato nel vivo, ovvero dall’interno di quel sepolcro di Gerusalemme, per cercare di capire cosa possa essere successo al suo interno, in quella mattina dopo il sabato. L’analisi in questione si è concentrata, quindi, nella scrutatio del greco originario dei versetti “chiave”, ovvero nello specifico Giovanni 20, 6-7, indagando la scena che Pietro e l’altro discepolo, videro all’interno del sepolcro di Gesù, subito dopo la Sua Risurrezione. Videro i teli sgonfiati e piegati, poi il sudario non sgonfiato e posato al suo posto, come era stato collocato sul capo di Gesù, ed era indurito. Vedendo questo il discepolo amato vide e credette, riconoscendo la Presenza del Risorto. L’approfondimento del tema, poi, a partire dalle narrazioni della Trasfigurazione di Gesù, evento questo «e-kerygmatico-e-storico» (così come ha tenuto a precisare più volte il relatore), ha sviluppato i temi della “luce” e della “gloria”, ponendoli in relazione sia al Mistero della Risurrezione, sia e proprio con la Sindone. Infine, l’intervento del conferenziere si è concentrato nella relazione “vuoto eppure pieno”, ovvero “assenza eppure presenza”: relazione questa che, pur se logicamente contraddittoria, rappresenta una delle chiavi, se non la chiave, per tentare di approssimarsi alla vicenda della risurrezione, ovvero per tentare di avvicinarsi al cospetto del sepolcro “vuoto eppure pieno” di Gesù; al cospetto di quella “assenza eppure presenza”. In definitiva, cosa sarebbe accaduto all’interno di quel sepolcro di Gerusalemme in quella mattina dopo il sabato? Cosa c’era da guardare in quel «luogo»? Nulla: era vuoto. Ma il vuoto nel Santo Sepolcro, doveva essere visitato, doveva essere guardato, proprio perché in quel vuoto, in quell’assenza, la Presenza del Signore è pienamente compiuta, poiché proprio questa completa assenza, proprio questo completo vuoto, è Presenza piena di Colui che é: Presenza piena che il Signore è.