Mons. Giancarlo Maria Bregantini, religioso stimmatino, nel 2014, quando era arcivescovo di Campobasso, durante la Via Crucis presieduta da papa Francesco, propose questo titolo per la meditazione della XIII stazione: «L’amore è più forte della morte».
Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, nel 2021 scrisse una serie di meditazioni sulla passione di Cristo dal titolo «Più forte della morte è l’amore» il cui sottotitolo era «Meditazioni e preghiere per la Settimana Santa». Perché questi due illustri uomini di Chiesa, pur in tempi diversi, hanno scelto la stessa espressione per proporla come meditazione? Diverse sono le sfumature, che manifestano particolare sensibilità verso lo stesso mistero: il Bregantini parte da «L’amore…» mentre Patton da «La morte…».
Il riferimento del vescovo e dell’attuale Custode di Terra Santa è alla pia devozione della Via Crucis. Per quanto riguarda le origini di questa devozione, la maggior parte degli storici ne riconosce l’inizio alla tradizione francescana. La diffusione estesa in Italia e in Europa si deve a San Leonardo da Porto Maurizio che definì la Via Crucis “la Scala del Paradiso”.
Papa Clemente XII, sollecitato da San Leonardo, pubblicò l’«Exponi nobis» con cui si stabilì che solo i francescani potevano erigere la Via Crucis e nelle chiese conventuali e in altri edifici sacri. Leonardo da Porto Maurizio ottenne da Benedetto XIV (1675-1758) la facoltà di poter collocare nell’arena del Colosseo una grande croce e le quattordici edicole e celebrare solennemente il Venerdì Santo del 1750 la Via Crucis all’interno del Colosseo a Roma, anche per onorare le sofferenze dei numerosi martiri cristiani che, nell’anfiteatro Flavio, avevano testimoniato con il sangue la fede nel Risorto. Frate Leonardo diffuse questa pratica collegandola alla sua predicazione delle Missioni al popolo, che si concludevano, normalmente, con l’erezione e celebrazione della Via Crucis.
Anche il Concilio Vaticano II, riproponendo l’unità del «mistero pasquale» sollecita la ripresa della pratica della Via Crucis, invitando i cristiani a seguire e imitare il Signore, anche nel cammino della croce illuminato dalla risurrezione. Tutti abbiamo presente la pietà di Michelangelo conservata all’interno della Basilica di San Pietro in Vaticano. Il grande scultore è riuscito a presentare la fusione totale tra madre e figlio e la partecipazione di Maria alla Passione e alla morte di Cristo Signore, come aveva profetizzato il vecchio Simeone: «A te una spada trafiggerà l’anima» (Lc. 2,35).