Vissuto a cavallo tra il IX e XX secolo, ha dedicato la vita alla sua città impegnandosi in vari settori della vita e civile e facendosi apprezzare per l’originalità e l’interesse delle sue opere.
Tantissimi urbinati sono stati appassionati cultori della storia, dei personaggi, della vita della città nel corso dei secoli. In questi giorni, Giuliano Donini, già segretario dell’Accademia Raffaello e della Pro Loco, urbinate doc, che incessantemente, nonostante il trascorrere degli anni, ripropone nomi e opere di uomini benemeriti e di antiche vicende, ha ripescato il nome di un illustre concittadino la cui memoria, seppure meritevole, non è tra quelle ricorrenti.
Il personaggio. Si tratta del conte Luigi Nardini (1855-1932) che si è fatto apprezzare in molti campi, non esclusi quelli letterario e storico, scrivendo sia in italiano che in dialetto. Ricordiamo, tra i suoi scritti: Un’alcova dei Montefeltro nel Museo d’Urbino; Il Compasso di Galileo e l’Officina Meccanica di Urbino; La Contessa delle Palme; Le Imprese e le Figure Simboliche dei Montefeltro e dei Della Rovere; Il Palazzo dei Principi Albani: Catalogo della Galleria e della Biblioteca; Basi di statue, Cippi Sepolcrali e Votivi, e Mausolei che si trovano custoditi nel Palazzo Ducale di Urbino. Tra le composizioni dialettali vanno citate il Poema epico La Brombolona, Il Consiglio di un amico, Una Visita all’Ospedale, l’Elogio di una moglie, Dal Barbiere, La Spiegazione della sbornia. In questa circostanza Donini ci mostra un Opuscolo del Novembre 1947 dal titolo: Raccolta di Stemmi di Famiglie Patrizie, di Dignità Ecclesiastiche, di Principi, di Dignità Ecclesiastiche e Governative che interessano la Storia della Città di Urbino. Stemmi di tutti i Comuni della Provincia di Pesaro-Urbino. Si tratta di una pubblicazione del 1918 di Luigi Nardini, ma non del testo originale finito chissà dove.
La nuova opera. Nella prefazione viene spiegato il contenuto nei termini seguenti. “Le difficoltà alle quali andò incontro il compilatore, per mettere insieme la presenta raccolta degli stemmi delle Famiglie Urbinati, non sono state lievi. Innanzi tutto perché l’antico Stemmario custodito nell’Archivio Comunale, è andato completamente perduto agli inizi dell’Ottocento. A portata di mano non è rimasta che una raccolta imperfetta ed incompleta a cura del diligente ed accurato cultore di memorie cittadine, il compianto Conte Luigi Nardini, che si conserva tra i manoscritti nella Biblioteca della Università di Urbino. Dopo tali necessarie premesse l’Accademico Avvocato Cavaliere Francesco Canuti che unitamente ad altri esperti in materia araldica, ha curato e diretta la presente raccolta di tutti gli stemmi delle Famiglie Urbinati Nobili e cittadine e di altre aventi attinenza con Urbino e la sua storia, che gli è stato possibile rintracciare. Ciò non pertanto la presente non presume di essere completa, mancando troppi elementi negli archivi e nei monumenti. Dovrà tuttavia tenersi conto che l’opera è stata eseguita con la massima cura e diligenza, nulla trascurando per darle una forma per quanto possibile, meno imperfetta, i metalli e gli smalti sono indicati con i loro colori, meno in quegli stemmi nei quali finora non è stato possibile un tale accertamento”.