Anche nella nostra Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado in molte comunità vivono ed operano le Confraternite che hanno da sempre un duplice impegno: innanzitutto la carità verso i bisognosi (che non fa rumore) e la partecipazione alle ricorrenze più importanti e sentite
Il Codice di Diritto Canonico definisce ‘confraternita’ (dal latino ‘cum-frater’ = confratello) una associazione spontanea laica di persone, senza distinzione di sesso, età, status sociale, per l’esercizio di pietà e di carità e per l’incremento del culto pubblico, nelle forme e modalità stabilite da uno statuto, approvato dalla autorità ecclesiastica, allo scopo di vivere in fratellanza la vita cristiana in quanto figli di Dio, a edificazione religiosa, a fini di solidarietà, di pratiche penitenziali e liturgiche e di reciproco sostegno, per la salute delle anime e il sostegno di soggetti ammalati, feriti, carcerati, per il conforto di condannati a morte o per la sepoltura di poveri o per suffragi. Tutte opere di misericordia per bisognosi, per le quali occorreva danaro che gli associati fornivano personalmente, tramite lasciti, beneficenza o cerimonie pubbliche religiose o feste patronali.
Diversità. Le confraternite, pur avendo questo comune denominatore, si differenziavano per la sede (chiesetta, oratorio, pieve o edificio appositamente costruito), il santo patrono di riferimento, il saio (detto “sacco”, di colore e foggia spesso molto diversi), il culto, il grado di autonomia rispetto all’autorità ecclesiastica, la vita devozionale, il cerimoniale, lo statuto e i suoi limiti, la disponibilità economica degli iscritti, il loro numero.
Similitudini. Parola d’ordine era la “caritas”, ovvero la disponibilità, la sensibilità, la generosità, l’aiuto disinteressato, il sentimento, la empatia per i più sofferenti, i poveri e i derelitti. Non dimentichiamo che le confraternite nascono per la maggior parte nei secoli passati, quando le differenze sociali erano alte e la fame era una piaga sociale e ubiquitaria. Si discutevano i casi, si votava democraticamente sotto il controllo del Priore. La nascita delle confraternite si fa risalire al X-XI secolo, e si diffondono ovunque, fungendo così da stimolo, se non in concorrenza, per la Chiesa, il che poteva creare qualche contrasto. Numerosi personaggi di elevato status appartenevano alle confraternite, nobilitandole e aiutandole economicamente, come gli Albani a Urbino fecero con quella di San Giuseppe.
Attualità. Oggi tali associazioni non hanno più le antiche finalità, per fortuna, dato il progresso civile ed economico, ma la loro presenza, nonostante il ridotto numero, ha valore culturale, tradizionale, religioso, turistico, devozionale, occupazionale. Frequenti sono i concerti, le mostre, gli incontri, le cerimonie religiose e patronali, le iniziative sociali, che rivestono valenza sia religiosa che civile. In Urbino attualmente sono operative quella di s. Giuseppe, di s. Giovanni, del Corpus Domini, della Morte. A Urbania opera la Confraternita di san Giovanni decollato (comunemente detta “della Morte”) e del SS.mo Sacramento. A Piobbico quella del SS.mo. Sacramento. A Fermignano quella del Gonfalone. A Mercatello sul Metauro vi sono quella di s. Veronica Giuliani, della Madonna dell’Amore e quella del SS. Sacramento. A Sant’Angelo in Vado sono cinque: della Immacolata Concezione, della Madonna del Pianto, del SS. Crocifisso, di s. Caterina e di San Sebastiano.