La Madonna del Pelingo, Madre di Misericordia ha protetto laici, religiose e religiosi, diaconi e sacerdoti che con l’Arcivescovo si sono riuniti per vivere una giornata di condivisione sinodale in vista della costituzione del nuovo Consiglio Pastorale Diocesano.
Si è svolta sabato 15 febbraio al Santuario del Pelingo l’assemblea sinodale diocesana. Insieme al nostro Arcivescovo mons. Sandro Salvucci laici, laiche, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, i diversi carismi e i ministeri dell’Arcidiocesi: una ricchezza, una “sinfonia” che dovrebbe essere l’armonia delle differenze. Affermano i nostri Vescovi nello strumento di lavoro sinodale: «Lo scopo del Cammino sinodale non è tanto di produrre altra carta – per quanto sia necessario anche elaborare dei testi – ma proseguire nell’esperienza di uno stile, quello sinodale, che già sta diventando prassi nelle nostre Chiese e che ora domanda di potersi consolidare e disporre di strumenti perché diventi anche fatto strutturale». La preghiera e l’ascolto della Parola dagli Atti degli Apostoli della Pentecoste hanno introdotto al discernimento ed alla condivisione.
Esperienze sinodali. Nella mattina abbiamo riassaporato i frutti del sinodo diocesano in connessione con il cammino sinodale della chiesa italiana. In un’ottica di apprendimento, di verifica del suo andamento e di rilancio del processo per vivere sempre più l’essere una chiesa sinodale. Mons. Salvucci ha fatto memoria, ci ha motivato e ha rafforzato l’esigenza, già delineata nello strumento di lavoro per la fase profetica del cammino sinodale, della riforma ecclesiale che comporta una triplice conversione: comunitaria, personale e strutturale. Si tratta, in altre parole, di concentrarsi sulle condizioni di possibilità per comunità più evangeliche e missionarie, riformando alcuni meccanismi divenuti eccessivamente pesanti rispetto alle esigenze della testimonianza del Risorto nel mondo di oggi. Poi il racconto con immagini e parole dell’esperienza alla Prima Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia dal 15 al 17 novembre scorso a Roma, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura. E la freschissima testimonianza della tre giorni di giovani e giovanissimi a Castel Cavallino a Natale scorso. Nei lavori a piccoli gruppi, abbiamo vissuto il discernimento comunitario, sperimentando la conversazione spirituale, che favorisce l’ascolto rispettoso e riconoscente. Per giungere alla riconsegna in assemblea di gesti, parole e lodi: uno sguardo positivo e propositivo di sintesi e verifica con passi possibili del cammino sinodale.
Verso il Consiglio pastorale. Dopo un momento conviviale, nel pomeriggio ci siamo soffermati sulla riflessione verso la costituzione del Consiglio Pastorale Diocesano. Don Daniele Brivio ha dato una introduzione e delle informazioni sulla costituzione di questo Consiglio, come strumento operativo di continuità sinodale, di corresponsabilità dei battezzati nella vita della Chiesa, di partecipazione al discernimento e supporto alle decisioni e azioni del Vescovo per la nostra Diocesi.
Conclusioni. La giornata è stata coordinata da Graziano Calci, della Missione Emmaus, che ha guidato i lavori e fatto sintesi finale, salutando l’assemblea con le parole del Teologo Vito Mancuso: “FARE SPAZIO. Alla fine, a pensarci bene, l’amore significa fare spazio. Fare spazio dentro di sé a un’altra persona, aprirle la nostra anima e farle piantare la sua tenda nel mezzo. Non pensare più, non sentire più, non vedere più solo sulla base dell’io, ma cercare, ogni giorno di nuovo, di farlo sulla base del noi”. Infondo è solo “l’Amor che move e il sole e l’altre stelle” a guidare i nostri cuori alla sinodalità.