In Cattedrale ad Urbino il Vicario Generale don Daniele Brivio ha presieduto la celebrazione della Presentazione di Gesù al tempio ricordando che “la vita consacrata è un ponte per chiunque cerca Dio” con cuore aperto e disponibile
Domenica scorsa 2 febbraio, a 40 giorni dal Natale, la Chiesa ha celebrato la festa della Presentazione del Signore al Tempio, comunemente identificata col nome di “Candelora”. In quella circostanza ha vissuto la 29a Giornata della Vita Consacrata e – in quanto quest’anno anche prima domenica di febbraio – la 47a giornata in difesa della vita.
In Cattedrale. In Duomo ad Urbino si è data visibilità alla festa liturgica con la partecipazione di molte religiose di vita attiva e contemplativa della Città, in rappresentanza dei religiosi e delle religiose che sono presenti ed operano con grande generosità ed abnegazione nelle nostre comunità. La celebrazione eucaristica vespertina è stata presieduta dal Vicario Generale don Daniele Brivio, che ha reso presente l’Arcivescovo, in questi giorni impegnato a visitare le missioni di Moroto (Uganda) e Soddo (Etiopia) dove operano due nostri sacerdoti di Pesaro (don Marcello Signoretti) e di Urbino (mons. Sandro de Angeli).
Il rito. La liturgia prevede all’inizio il “rito della luce” cui segue la processione dal luogo dove si è svolta la statio fino all’altare della celebrazione con la candela benedetta e accesa: chiaro ricordo del battesimo e nel contempo anticipo della notte del Sabato Santo. Quasi due facce di un’unica medaglia. È importante ricordare i religiosi e le religiose di vita attiva e contemplativa (in Diocesi abbiamo sei monasteri femminili) che animano l’attività pastorale delle nostre parrocchie: sono molte, infatti, le comunità religiose attive nell’educazione, nella catechesi, nella liturgia, nella carità (soprattutto per la visita agli ammalati); in questo modo favoriscono una significativa e preziosa trama di relazioni umane e di testimonianza evangelica.
L’origine. La ricorrenza della Giornata di preghiera per la vita consacrata ha preso avvio in maniera ufficiale dal Sinodo dei Vescovi sulla vita Consacrata, celebrato dal 2 al 29 ottobre 1994. A sintesi dei lavori sinodali San Giovanni Paolo II il 25 marzo 1996 (solennità dell’Annunciazione) pubblicava l’Esortazione Apostolica “Vita Consacrata”. Al n° 85 vi si legge una sottolineatura molto profonda, circa il “valore aggiunto” (magis) rappresentato dalla vita consacrata nella Chiesa (ad intra) e verso il mondo (ad extra): «Nel nostro mondo, dove sembrano spesso smarrite le tracce di Dio, si rende urgente una forte testimonianza profetica da parte delle persone consacrate. Essa verterà innanzitutto sull’affermazione del primato di Dio e dei beni futuri, quale traspare dalla sequela e dall’imitazione di Cristo casto, povero e obbediente, totalmente votato alla gloria del Padre e all’amore dei fratelli e delle sorelle. La stessa vita fraterna è profezia in atto nel contesto di una società che, talvolta senza rendersene conto, ha un profondo anelito ad una fraternità senza frontiere. Alle persone consacrate è chiesto di offrire la loro testimonianza con la franchezza del profeta, che non teme di rischiare anche la vita. Un’intima forza persuasiva deriva alla profezia dalla coerenza fra l’annuncio e la vita. Le persone consacrate saranno fedeli alla loro missione nella Chiesa e nel mondo, se saranno capaci di rivedere continuamente se stesse alla luce della Parola di Dio. In tal modo potranno arricchire gli altri fedeli dei beni carismatici ricevuti, lasciandosi a loro volta interpellare dalle provocazioni profetiche provenienti dalle altre componenti ecclesiali».