E’ successo ancora ed eravamo in tanti, tutti uniti a pregare per la Vita in tutte le sue dimensioni. Il primo febbraio, nella parrocchia di Santa Maria Goretti, si è celebrata la Veglia per la Vita presieduta dal Vescovo Andrea, un appuntamento che la Diocesi organizza da anni alla vigilia della Giornata per la Vita, che da anni la CEI promuove in occasione del 2 febbraio, Festa della Presentazione al Tempio. Il messaggio dei Vescovi richiama tutta la comunità cristiana a fare di più per la diffusione di una cultura della vita e per sostenere le donne con gravidanze difficili da portare avanti. “Il nostro aiuto si concretizza in una disponibilità all’ascolto – così ha esordito il CAV (Centro di Aiuto alla Vita) di Fano – in un impegno di accoglienza della mamma con i suoi problemi, che possono essere i più diversi, ma che a volte, con qualcuno a fianco, si possono affrontare”.
Aiuto alla Vita. Il Centro di Aiuto alla Vita, che quest’anno celebra i suoi 50 anni, ha dato lettura di quanto scritto da una mamma seguita dal CAV di Pesaro nella sua prima gravidanza: “Ero sola in Italia, avevo appena trovato un lavoro, non potevo avere un bambino, ma Dio mi ha indicato il posto giusto e al momento giusto. Ora il mio primo figlio è un adolescente. Io e mio marito abbiamo 5 figli. La vita è difficile e spesso penso di non farcela, ma poi affronto tutto con coraggio e con la fiducia che Dio mi aiuterà”.
Testimonianze. La Veglia ha vissuto altri momenti importanti come la testimonianza di due giovani sposi che hanno adottato una bambina. I due genitori hanno condiviso le loro emozioni: lo sconforto di fronte alla difficoltà di avere un bambino, la decisione coraggiosa dell’adozione, la paura di non essere adeguati, l’attesa della chiamata per un bambino. Al momento della telefonata che dava conferma di essere stati scelti per l’adozione la gioia è stata incontenibile. L’amore per la nuova arrivata è sbocciato a prima vista.
L’ultima testimonianza è stata quella di Giovanni, un giovane affetto da SLA ad uno stadio avanzato. Giovanni era collegato da remoto. Le sue parole hanno suscitato in tutti i presenti una struggente commozione. Dalla canzone di De Andrè che dice “dai diamanti non nasce niente, dal letame nasce un fiore”, Giovanni trae consapevolezza della bellezza della vita anche in questo momento di malattia. Non cessa di ringraziare Dio per il suo amore. Insieme a sua moglie dialoga attraverso sguardi, sia di disperazione sia di consolazione, che permettono di sostenersi reciprocamente.
Omelia. “La pagina del Vangelo scelta per questa sera – ha messo in evidenza il Vescovo – è un inno alla vita e ripete, tante volte, il verbo “generare” conducendoci alla nascita di Gesù, l’Emmanuele, il “Dio con noi”. Il testo ricorda che la nostra vita è in Cristo, è accanto alla Sua. La prima chiamata – ha affermato il Vescovo Andrea – è proprio la chiamata alla vita. Dobbiamo rendere Gloria a Dio per come siamo, curare le nostre ferite, far emergere la grazia, l’opera di Dio in noi, riconoscendo i nostri limiti”.
Dignità. In conclusione, la Giornata per la Vita porta a riaffermare la dignità di ogni persona, anche se non efficiente e non corrispondente ai parametri della società di oggi. Dal Messaggio dei Vescovi italiani non può non essere colto l’appello affinché si creino le condizioni per generare vita e per rispettarla e averne cura.