Venerdì 6 dicembre, presso i locali della “Libreria Equilibri”, è stato presentato il libro dal titolo “Non so pregare ma ci provo” dell’autrice Serena Ruggiero.
A guidare la serata è stata Catia Giuliani che, con grande delicatezza, ha presentato Serena, mamma di 4 figli, moglie e ora scrittrice. Serena vive a Montefelcino, è laureata in “Arte e Scienze dello Spettacolo” e, con questo primo libro, ha cercato di raccontare la bellezza e la fatica di essere cristiani oggi nella quotidianità e di scoprire la preghiera come nutrimento della vita.
Pranzo. Un libro, quello di Serena, che è, allo stesso tempo, ironico e profondo, una ricerca della santità a partire dalla metafora del pranzo con primo, secondo, contorno e dolce, piatti che rappresentano altrettanti periodi della vita.
L’autrice si chiede apertamente: come annunciare il Vangelo nel quotidiano? Come essere genitori cristiani? Mariti, mogli cristiane? Come amare i figli? Il suo non è un libro di risposte, ma di domande. Da genitori si sbaglia, ma si va avanti.
Libro. Il libro si apre con “l’antipasto”, un lavoro di introspezione che parte dall’infanzia, dalla giovinezza di Serena per proseguire, poi, con il racconto della sua vita da moglie e madre.
“Il mondo social fa sentire tutti ancora più persone sole, brutte, sbagliate. Ho scritto queste mie esperienze perché avrei voluto qualcuno che mi dicesse ‘vai bene così’ quando ne avevo bisogno. Accogliere l’altro – ha proseguito Serena – a volte può dare fastidio. Vuol dire accogliere tutto dell’altro, anche le sue mancanze; io ‘rompo le scatole’ a mio marito, ma accolgo tutto di lui, perché lo amo con l’amore con cui mi ama Dio che non si stanca mai di me. Questo testo è stato scritto in tre anni e mezzo – ha concluso Serena – un po’ alla volta, spronata dal marito Francesco e con la collaborazione di tutta la famiglia, che ha partecipato in vario modo alla redazione di tutte le singole parti, dalla copertina agli sfondi, dal titolo, ai sottotitoli.
Emozioni. “Non so pregare ma ci provo” è un libro che, emotivamente, tocca tante corde della vita familiare, tra cui le relazioni profonde tra genitori e figli. L’opera affonda le sue radici sull’incontro con una Chiesa bella e capace di accogliere i giovani, una riscoperta della preghiera come un invito a pranzo, momento in cui gustare qualcosa di buono, un nutrimento salutare.