Con l’aiuto e la regia dei frati minori della Provincia di Umbria – Sardegna guidati da Padre Alfio Vespoli, si è messa in moto la macchina organizzativa della Missione al popolo che nella primavera del 2026 vedrà protagoniste le comunità del Foglia e dell’Apsa
Venerdì 22 novembre all’oratorio della parrocchia Santa Maria Assunta di Montecchio si è tenuto un incontro con p. Alfio Vespoli dei frati minori della Provincia di Umbria – Sardegna. Alla riunione erano presenti alcuni parroci e laici impegnati, le cui comunità si stanno preparando alla missione popolare che si terrà nella primavera del 2026. Questo evento di Chiesa e di evangelizzazione vedrà interessata quella che l’arcivescovo mons. Sandro Salvucci ha argutamente definito come la “Terra di Mezzo”, vale adire il bacino interdiocesano (Pesaro e Urbino) che, partendo da Schieti, Ca’ gallo e Borgo Massano, attraverso Vallefoglia (Montecchio, Colbordolo, Talacchio e Morciola), tocca Padiglione, Belvedere, Tavullia, Borgo Santa Maria, Pozzo Alto, Apsella, Villa Ceccolini, Montelabbate, Osteria Nuova e Villa Fastiggi. Gli abbiamo posto alcune domande affinché i fedeli delle nostre comunità possano iniziare “ruminare” questo progetto, sostenerlo con la preghiera ed interessarsene con curiosità, slancio ed entusiasmo.
Che senso ha nella Chiesa di oggi e nelle nostre comunità indire e realizzare una missione popolare?
In italiano la parola senso ha due significati. Uno è quello di spiegazione, il senso delle cose…, spiegare perché fare una missione. Se rispondessi a questa domanda posta “in questo senso” la risposta non ci porterebbe da nessuna parte, nutrirebbe solamente la nostra dimensione intellettuale. Un altro significato della parola senso è direzione. Prendiamo questo significato. Vivere una missione popolare nella Chiesa di oggi e nelle nostre comunità vuole aiutarci a cogliere il senso della vita, della fede e della nostra relazione con Gesù: il Regno dei Cieli. Vuole ricordarci che nelle nostre comunità attraverso l’ascolto della Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la fraternità possiamo vedere e gustare il Regno di Dio in mezzo a noi.
Quali forze saranno chiamate in campo nella preparazione e nella realizzazione concreta della Missione?
Le forze da mettere in campo sono diverse. Ma, come ci ricorda Papa Francesco, dobbiamo uscire dalla logica di metterci in gioco per occupare o ri-occupare spazi che negli anni abbiamo perso. Le forze da mettere in campo sono necessarie per iniziare processi che hanno come fine la conversione missionaria che il Papa ci invita a fare nell’Evangelii Gaudium. Detto questo “la” forza che ci spinge a metterci in gioco è la memoria del nostro incontro con Gesù e come questo abbia trasformato radicalmente la nostra vita. Poi ognuno metterà quanto può in temini di tempo, competenze, talenti.
Quali tappe ci aspettano da qui all’inizio della Missione?
Adesso ci rivolgiamo a chi vive nelle nostre comunità: laici impegnati, catechisti, movimenti religiosi, “semplici cristiani”… perché possano cogliere l’invito che Gesù rivolge ad ogni battezzato di andare e fare discepoli. Insieme a questo gruppo di discepoli missionari formeremo delle équipe che provvederanno alla organizzazione logistica. Noi frati visiteremo le comunità per formare i discepoli missionari e portare avanti l’organizzazione logistica cercando di coinvolgere tutte le comunità. E soprattutto lavorando per il Post-Missione e cioè per quel cammino che dopo la missione continuerà a tenere viva la missione evangelizzatrice nei singoli battezzati e nelle diverse comunità.
A chi si rivolgerà questo evento di Chiesa cui ci stiamo preparando a tappe sempre più pressanti?
A tutti. A noi frati missionari, ai parroci…ai fedeli delle diverse comunità perché la fede cresce prima di tutto donandola e poi cercheremo di incontrare chi per tanti motivi ha lasciato la pratica della fede ma conserva nel cuore desideri e il bisogno di una spiritualità. Desideriamo incontrare anche ai fratelli e sorelle più lontani o che non credono in Gesù. Crediamo che il senso della missione sia potersi incontrare come fratelli e sorelle che cercano il vero, il bene e il bello.
Quanto durerà la Missione Popolare?
Solitamente la missione in senso stretto ha una durata di 10 o 12 giorni, dipende dal contesto. Ma prevede circa un anno di preparazione e un tempo dopo la missione dove alimentare quanto vissuto durante la missione stessa.
Nell’incontro di venerdì scorso si è prospettato un impegnativo lavoro di preparazione. Quali frutti di fede e di conversione potrà portare nelle nostre comunità un evento di Chiesa di questa portata?
Per rispondere a questa domanda “prendo in prestito” le parole che San Giovanni scrive al capitolo IV della sua prima lettera, quando dice queste cose vi scriviamo e cioè quello che hanno visto, quello che hanno udito, quello che hanno toccato. L’esperienza che hanno fatto con il Verbo della Vita. Tutte queste cose le scrivono, le comunicano ad altri: perché la nostra gioia sia perfetta. Il frutto di fede più bello che la missione potrà portare nelle nostre comunità è la gioia perfetta. Direi un frutto non da poco.