“Don Paolo. Le lettere” è il titolo del libro presentato venerdì 25 ottobre nella sala della comunità della parrocchia San Paolo Apostolo al Vallato. A introdurre la serata, moderata da Enrica Papetti direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, è intervenuto il parroco don Francesco Pierpaoli il quale, dopo aver ringraziato chi ha pensato di organizzare questo evento proprio nella sala che porta il nome del sacerdote fanese, ha messo in evidenza l’importanza di costruire, proprio sulle parole scritte nelle lettere di don Paolo, un modo di essere Chiesa in mezzo alla gente. “Saluto con gioia la pubblicazione delle lettere di don Paolo – ha affermato il Vescovo Andrea portando i suoi saluti – che mi aiuta a conoscere più da vicino la sua persona e la sua opera. Nei suoi scritti ho trovato soprattutto la sua premura per la gente”.
Apito. La parola è poi passata a Roberto Ansuini, presidente di Apito, che insieme a Mons. Tonucci hanno organizzato la serata. “In questi 30 anni – ha messo in evidenza Ansuini – Apito ha proposto diverse iniziative e pubblicato diversi testi con l’intento di fare memoria di don Paolo Tonucci, di far risuonare, come dice Ettore Masina, in noi stessi la sua parola. Le lettere di don Paolo ci mostrano alcuni aspetti importanti della sua vicenda personale e ci aiutano a conoscere ancora più da vicino questo sacerdote e a capire, almeno in parte, in quale contesto sia maturata la decisione di don Paolo di andare in Brasile e quale sia stata l’evoluzione della sua formazione spirituale e intellettuale”. Ansuini ha voluto sottolineare due aspetti che ha colto leggendo le lettere di don Paolo: l’amicizia come snodo pastorale e la ‘silenziosa felicità che deriva dal saper rischiare sicurezze e garanzie per amore’ per dirla con le parole di Ettore Masina.
Lettere. “Il libro è stato fatto perché si voleva sottolineare – ha ricordato Mons. Giovanni Tonucci – il 30esimo anniversario della morte di Paolo constatando che, anche se sono passati trent’anni, ancora Paolo viene ricordato e diverse cose vengono fatte in suo nome”. Mons. Tonucci è entrato poi nel vivo della presentazione mettendo in evidenza come alcune lettere fossero già sistemate e conosciute, mentre mancassero completamente le lettere personali inviate da Paolo ai familiari. “Ciò che per me è stato bello scoprire, una volta rientrato a casa a Fano, è che tutte le lettere che erano state scritte erano state conservate dalla prima inviata nel 1965 dalla nave. Quindi ho potuto catalogarle e selezionarle togliendo le parti strettamente familiari”. Mons. Tonucci ha ripercorso la vita e la vocazione missionaria di suo fratello Paolo, intervallato da Enrico Magini che ha dato voce alle lettere del sacerdote fanese.