Mercoledì 30 ottobre 2024 alle ore 17.30, presso l’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi (Via Passeri, 72) g. c. per l’occasione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, verrà illustrato il progetto di valorizzazione e riattivazione degli studi che ha coinvolto la cattedrale di S. Maria Assunta con i suoi straordinari pavimenti musivi, con la partecipazione attiva di più attori, pubblici e privati, nell’anno di Pesaro Capitale della cultura 2024.
Il pomeriggio dedicato all’archeologia pubblica è organizzato dall’Arcidiocesi di Pesaro ed è il frutto della collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino, il Comune di Pesaro, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, la Fondazione Scavolini. Durante l’incontro verrà illustrato l’intervento di valorizzazione dei mosaici con l’ampliamento delle finestrature esistenti nella navata centrale e realizzazione di un nuovo sistema di illuminazione, progettato e interamente finanziato dalla Fondazione Scavolini che ha affidato i lavori a Renco S.p.a, società con vasta esperienza internazionale nella progettazione ed esecuzione di interventi anche in ambito monumentale.
Nelle sue linee guida, l’intervento non ha modificato lo stato dei luoghi, garantendo insieme alla visione aumentata del patrimonio musivo anche la corretta conservazione del bene in situ e la continuità della funzione liturgica del luogo.
Come è noto, la complessa stratificazione dell’attuale edificio, dalla sua prima costruzione, alla configurazione della cattedrale per come la conosciamo è ben rappresentata dai due livelli pavimentali a mosaico presenti sotto il piano di calpestio: il primo posizionato alla quota di ca. -2.10 dall’attuale pavimentazione (prima fase, inizio V secolo d.C.) e il secondo alla quota ca. di -1.50 (la nota basilica dello stratega Johannis, datata alla seconda metà del VI secolo d.C.). Le nuove specchiature permettono di comprendere meglio la cronologia del palinsesto musivo sotterraneo, con una visione più ampia della pavimentazione superiore bizantina integrata nel tempo dai rifacimenti medievali – uno per tutti il celebre pannello della nave “troiana” – ma anche della trincea di scavo dove si scorge il litostroto inferiore tardoantico, caratterizzato da un simbolismo geometrico e floreale.
Nell’ambito di tale progetto durante tutto il 2023 e la prima parte del 2024, sono stati preventivamente condotti gli interventi di pulizia generale dell’area archeologica e delle superfici musive, propedeutici allo studio conservativo del bene e dei suoi materiali. Per l’occasione verranno mostrati i contenuti realizzati con l’ausilio del Comando Carabinieri Nucleo Tutela del Patrimonio di Ancona, che documentano i momenti precedenti e successivi al restauro. In parallelo alle fasi di intervento descritte, il progetto ha rappresentato l’occasione per riprendere gli studi dopo più di vent’anni, a cura dell’insegnamento di Archeologia cristiana e medievale dell’Università degli Studi di Urbino. L’acquisizione di nuovi dati e lo sviluppo delle conoscenze che coinvolgono non solo le due pavimentazioni musive ma soprattutto il contesto archeologico delle due (e più) basiliche, si colloca nella piattaforma progettuale dell’Università di Urbino dedicata allo studio della topografia
urbana di Pesaro denominata PS_RO_ME_22 (Pesaro Romana e Medievale 2022), che sta rileggendo e aggiornando i dati archeologici cittadini e reperendo nuove informazioni sulla città tardoantica e medievale. Nel particolare caso di studio, condiviso con l’Arcidiocesi di Pesaro, l’obiettivo è stato quello di comprendere le
dinamiche di immissione e radicamento del cristianesimo nella società tardo romana, all’interno del quadrante cittadino, divenuto nel Tardoantico il quartiere della cattedrale.
Per la prima volta saranno divulgati i dati preliminari di questa fase. Sarà raccontata la storia delle varie fasi antiche, delle “diverse cattedrali”. Saranno rese pubbliche alcune anticipazioni e riletture dei contenuti che potranno confluire successivamente nello sviluppo applicativo di nuove tecnologie digitali, ma anche in pubblicazioni scientifiche, finalizzate alla conoscenza e alla divulgazione di questo straordinario patrimonio
culturale.
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