Chiesa gremita e campane a festa hanno accolto, sabato 12 ottobre, don Marco Presciutti quale nuovo parroco di Pergola, serra Sant’Abbondio, Frontone, Bellisio Solfare e Tarugo.
Nuovo parroco. “L’ingresso di un nuovo parroco – ha sottolineato il Vescovo Andrea nell’omelia – oggi è tradotto dalla liturgia come un passaggio: «è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio». La vita cristiana sta più dalla parte dei passi e dei passaggi che non degli ingressi trionfali, stabili e definitivi. Detto altrimenti il cammino della fede è più un attraversamento che una presa di possesso. Quello che celebriamo, stando al vangelo di questa domenica, è un nuovo passaggio, una tappa impegnativa, come quella che Gesù propone di vivere, nel cammino verso Gerusalemme, ai discepoli, a don Marco, a queste nostre comunità e a tutti noi. Un passaggio particolarmente difficile e duro da comprendere, come del resto tutti quelli che avvicinano alla croce e richiedono la spoliazione totale di noi stessi. Gesù lo dice usando l’immagine affascinante e paradossale del cammello e della cruna dell’ago. L’animale del deserto sembra essere in vantaggio su ognuno di noi quando siamo troppo carichi di noi stessi e delle certezze che ci portiamo dietro.
Cruna. Passare per la cruna dell’ago in termini evangelici implica: farsi poveri e piccoli. Don Marco è tutto questo nella sua disponibilità a condividere la vita con i poveri e con gli ultimi; arte della finezza, quella di chi sa cucire e rammendare, ricomporre gli strappi. A don Marco oggi regalo ago e filo perché sappia tessere rapporti di comunione e di riconciliazione tra tutti e educhi ciascuno a passare per la cruna dell’ago; capacità di passaggi in spazi angusti. La Pasqua è la possibilità che ci è donata di sgusciare via dalle fasce che avvolgono i cadaveri e di passare da morte a vita. Don Marco possiede questa agilità. Gli viene dalla passione per la montagna, dall’amore per le escursioni e le scalate sui sentieri che portano in cima; seguire il filone sapienziale tracciato dalla prima lettura di questa domenica. Anche questo è un ricamo che non dovrà mancare dal ministero del nuovo parroco: dovrà amare la prudenza più dell’oro; accogliere la forza pungente della Parola di Dio. Dio ci parla con i fatti che accadono e che talora feriscono la vita della persona e della comunità. Con la sua spada affilata tocca i punti nevralgici della nostra persona e ci converte. La bellezza della Parola sta nella sua capacità di affondare i suoi colpi nelle nostre persone per scavare dentro e modellare la vita secondo il suo disegno e i suoi pensieri”.
Dopo la celebrazione, tutta la comunità si è riunita intorno a don Marco per un bel momento conviviale.