Eccoci! Si riparte. Già da alcuni giorni, Urbino ha cominciato a riprendere il suo tradizionale volto di città-campus. Gli studenti stanno tornando per preparari al nuovo anno accademico e le matricole per completare la ricerca dei nuovi alloggi. Gruppetti di giovani stanno animando le vie e le piazze della città, i collegi e le strutture ricettive private, le mense, i negozi, le pizzerie, i pubs e gli altri luoghi di ritrovo. Essendo una città a misura d’uomo, è facile incontrarli, talvolta accompagnati dai genitori o da compagni degli anni successivi o già laureati. Volendo, questi ragazzi possono incontrare anche una bella realtà ecclesiale, a favore degli studenti, che compie il ventiquattresimo compleanno, tempo trascorso alla scoperta di una vita diversa, illuminata dalla luce del Vangelo. Padre Andrea Ricatti, dallo scorso anno alla guida della parrocchia universitaria, sta curando tutti gli aspetti per accogliere al meglio questi ragazzi. L’auspicio è quello di raggiungere, anche quest’anno, l’obiettivo pastorale, ovvero quello di stimolare un cammino spirituale ed un percorso di fede, sia pure nel rispetto della libertà di ciascuno. L’intento è quello di far sperimentare agli studenti, ai docenti e al personale tecnico amministrativo dell’Università e dell’Erdis, la bellezza e la gioia della vita cristiana. Già nel primo incontro la riflessione sulla pagina evangelica ha fatto emergere l’impegno di Dio a tirarci fuori dall’isolamento che non permette di vivere le relazioni. «In questo racconto», ha detto padre Andrea Ricatti, «Gesù ci presenta molti segni. Come porta via il sordomuto dall’isolamento, così vuole che anche noi torniamo a casa guariti dalla nostra sordità. La folla simboleggia la confusione che non ci fa incontrare Dio. Come viene a toccare quell’uomo, così fa con la nostra identità che ci fa rimare bloccati nella nostra identità. Se invece vogliamo crescere dobbiamo entrare nel combattimento. L’ascolto della Sua Parola ci conduce ad una meta, ad una pienezza. L’invito quindi è quello di aprirci a qualcosa che ci fa crescere. Il Signore ci dice. “Io credo in te”. Effatà! Apriamoci a questa vita vera, usciamo dalla folla che ci tiene ingabbiati. Apriamoci al Signore che è disposto ogni giorno a donarci la Sua vita». Al termine della celebrazione, un momento di convivialità con apericena e spritz, offerti a tutti.