“Italia terra di missione” è il titolo dell’incontro, che si è svolto martedì 3 settembre al Centro Pastorale Diocesano, organizzato dai Missionari Comboniani e dal Centro Missionario Diocesano.
Una serata per parlare di missione, che è una chiamata di tutti i cristiani e l’essenza fondamentale della Chiesa. “La Chiesa – ha ricordato don Marco Rulli, direttore del Centro Missionario Diocesano, ripercorrendo i documenti conciliari e dei Papi – è, per sua natura, missionaria ed esiste per evangelizzare. La missione è solo all’inizio”. Sono seguite le testimonianze di Elisabetta Vitali, segretaria di Missio giovani, e di Filippo Bargnesi, segretario del C.M.D., appena rientrati da un’esperienza in Burundi con un gruppo di giovani. “In Burundi – hanno raccontato – abbiamo visto una chiesa giovane, gioiosa, attiva e fervente. Questo ci fa capire che la missione sta cambiando il suo quadro geografico. Gesù è già lì, dove noi andiamo e ci mostra che abbiamo molto da imparare sull’essere chiesa”. L’incontro è poi proseguito con le testimonianze di alcuni missionari Comboniani coordinati da padre Giorgio Padovan. P. Giuseppe Cavallini, di Verona, direttore di Nigrizia, ha sottolineato l’importanza dell’informazione per essere consapevoli e corresponsabili di quanto accade nel mondo; allo stesso modo padre Fernando Zolli, di Firenze, ha evidenziato come noi siamo una missione e come non è il luogo a creare un missionario ma l’atteggiamento. Solo un’ecologia integrale e di giustizia potrà dare a ciascuno la dignità dei figli di Dio, progettando insieme una spiritualità ecologica che rispetti l’umanità. Un particolare focus è stato fatto, poi, da p. Daniele Moschetti, di Castel Volturno, sulla questione migranti, persone da accogliere senza cadere nella trappola della strumentalizzazione politica o economica. Fare missione oggi in Italia vuol dire andare in profondità, alle origini del Vangelo, essere attenti agli ultimi, ai poveri, ai malati. Le migrazioni sono un segno dei tempi che dobbiamo accogliere senza mai perdere la memoria costruendo dignità ed educazione. P. Giambattista Moroni, di Lecce, ha esortato i presenti ad aprire gli occhi e il cuore; non pensiamo di fare pastorale di contenimento ma testimoniamo il Vangelo con la vita. L’incontro si è concluso con il saluto e la benedizione del Vescovo Mons. Andrea Andreozzi e con il suo invito a fare tesoro di quanto ascoltato perché, come detto da don Tonino Bello, “dove c’è un missionario c’è speranza”.